martedì 30 aprile 2013

TRATTAMENTO CRANIO-SACRALE

Il Trattamento Craniosacrale, fà parte delle tecniche terapeutiche di contatto "dolci" e non invasive che stimolano i meccanismi naturali di guarigione. E' una tecnica osteopatica sviluppata dal dott. W.G.Sutherland allievo del dott A.T. Still padre della medicina osteopatica, perfezionata in seguito dal dott. J.Upledger
Io preferisco definirla una tecnica olistico (qualcuno lo definisce anche massaggio) che prevede un tocco molto leggero dell’operatore sulle ossa craniche e sulla colonna vertebrale, alla ricerca di un “contatto” con il ritmo cranio-sacrale che andrà assecondato e stimolato.

Dal punto di vista operativo, il terapista praticherà per una durata variabile tra i 40 e i 60 minuti delle leggere pressioni  del sistema cranio-sacrale che rimangono normalmente contratte in caso di stress, stimolando la circolazione del liquor. Le pressioni non dovranno essere superiori a quella di una moneta del peso di 5 grammi o alla pressione sostenibile di un dito sul globo oculare. Nonostante la delicatezza con la quale viene praticata, la tecnica è in grado di agire profondamente sul sistema nervoso, influenzando sia il sistema ormonale che quello immunitario, favorendo quindi l’armonia degli stati psicologici ed emotivi, ovvero stimolando uno stato di benessere che, in base al concetto olistico dell’essere umano, favorisce l’armonia tra corpo, mente e spirito e quindi la auto-guarigione dei più diversi disagi oltre che la loro prevenzione. Per la sua natura non invasiva, la tecnica cranio-sacrale può essere praticata anche sui neonati, sulle persone anziane e sulle donne in gravidanza.

venerdì 26 aprile 2013

IL MANNOSIO CONTRO LA CISTITE

Impazza nei forum di salute sul web e chi l'ha provato non ha dubbi: il mannosio è il nuovo alleato contro la cistite, l'infezione delle vie urinarie che colpisce almeno una volta l'anno una donna su tre, con picchi d'estate. Si tratta di uno zucchero estratto dal legno di betulla o larice, fino a poco tempo fa venduto solo in America e ora disponibile anche in Italia, sotto forma di granulato e di compresse acquistabili in farmacia o in erboristeria.
Alcuni studi, pubblicati sulla rassegna di Pubmed, provano l'efficacia di questa sostanza nel combattere l'infezione causata dai batteri, in particolare dall'Escherichia Coli.

Come funziona. «Questo zucchero, una volta ingerito, passa velocemente nel sangue ed è poi filtrato dai reni, infine viene eliminato nelle vie urinarie», dice Mauro Cervigni, urologinecologo presso l'ospedale San Carlo - Idi di Roma. «Una volta giunto nell'apparato urinario, riduce l'adesività dei batteri sulla parete della vescica, favorendone l'eliminazione attraverso la minzione».

Quando funziona. «Il mannosio è utile solo in caso di cistiti batteriche, cioè provocate da microrganismi come l'escherichia coli», prosegue l'urologinecologo. «Prima di assumerlo sarebbe bene sottoporsi a urinocultura, per verificare la presenza del battere. Di solito viene somministrato in caso di cistite recidivante, cioè che si presenta più volte nell'arco di tre-sei mesi, da solo o insieme ad antibiotici specifici. Ma può essere usato anche in caso di episodio acuto, al posto dell'antibiotico o come coadiuvante nei giorni successivi. Non ha invece alcun effetto preventivo sull'infiammazione».

La terapia. «La dose giornaliera e la durata della terapia variano a seconda dell'età e della situazione clinica della paziente, da un ciclo di venti giorni fino a tre mesi», dice Cervigni. «Per questo, prima di iniziare ad assumere mannosio è sempre meglio chiedere un consulto al medico di base, al ginecologo o all'urologo con cui si è in cura, che prescriverà la posologia giusta. Non fidatevi delle indicazioni che trovate sulla confezione o che leggete in internet».

Controindicazioni. Non ci sono, il mannosio può essere usato anche dalle donne in gravidanza e non interferisce con altri farmaci. Le pazienti diabetiche possono assumerlo a patto di tenere sotto controllo con attenzione la glicemia.
Giulia Lazzerini - OK La salute prima di tutto

martedì 23 aprile 2013

COLPO DI FRUSTA CON L'OSTEOPATIA...



Colpo di frusta

CHE COS’E’ IL COLPO DI FRUSTA?
Molti sono i pazienti che si rivolgono all’esperte mani dell’osteopata per risolvere i problemi e le conseguenze causati da un colpo di frusta. Il colpo di frustacervicale è uno degli eventi traumatici statisticamente più frequenti negli incidenti automobilistici ed assume pertanto, all’interno di quella vera e propria malattia sociale che è la patologia traumatica dovuta ai sinistri stradali, una notevole rilevanza epidemiologica.
Generalmente si chiamano “colpi di frusta” tutti quei traumi che comportano un’iperflessione ed iperestensione, in maniera violenta, del tratto cervicale, sono un meccanismo accelerativo-decelerativo di trasferimento d’energia sul collo che può conseguire a collisioni anteriori o laterali di veicoli a motore, ma non solo.
Il trauma può dar luogo a lesioni dello scheletro o dei tessuti che a loro volta possono dare inizio a varie fastidiose manifestazioni cliniche, di differente gravità, che perdurano negli anni se non trattate OsteopaticamenteLe conseguenze di un colpo di frusta interessano soprattutto la muscolatura, i legamenti, i dischi intervertebrali, il sistema vascolare, il sistema nervoso simpatico, le vertebre ed il midollo spinale.
Nei casi meno gravi si potranno avere danni legamentosi da stiramento e contusione delle strutture articolari, causati dallo scivolamento delle vertebre, con edema locale e contrattura da riflesso protettivo. Nei casi più gravi si possono verificare rotture dei legamenti, ernie discali cervicali, fratture vertebrali.
 
Chiaramente vari sono i fattori che determinano la gravita del colpo di frusta:
• Forza d’impatto.
• Posizione della testa, nel momento dell’impatto.
• Posizione delle mani, nel momento dell’impatto.
• Consapevolezza dell’incidente, che sta per avvenire.
• Posizionamento corretto del poggiatesta.
• Se l’airbag ha funzionato.
• Condizioni cliniche del collo antecedenti al trauma.
SINTOMI il paziente con colpo di frusta, non ha sintomi nell’immediato dopo trauma, al punto che rifiuta il trattamento medico, solo dopo qualche ora incomincia a percepire rigidità del collo e qualche dolore. Il giorno dopo l’edema è evidente così come i dolori e la rigidità.
I primi sintomi, cioè alcune ore dopo ed entro i 3 giorni, sono: dolore cervicale, brachialgia, limitazione dei movimenti del collo e la cefalea il più delle volte occipitale o generalizzata; solo nei giorni successivi vengono riferiti irritabilità, parestesie e sintomi otoneurologici, sintomi questi che da soli tendono, a volte, a scomparire nell’arco di 3 mesi dal trauma.Altri sintomi tendono a comparire più tardi, circa 3 settimane dopo l’evento traumatico, sintomi che avvengono a causa del coinvolgimento del Sistema Nervoso Simpatico, squilibri vascolari, disfagia, nausea, vomito, affaticamento, vertigini, sbandamenti, dolori lombari, insonniae seri problemi emotivi e psicologici.trattamento osteopaticoIl trattamento osteopaticoè eccellente per curare il colpo di frusta sia in fase acuta che cronica, è comunque bene ricordare vi sarà sempre un trattamento diverso per ogni paziente così come per la sua durata.

Nella fase acuta, che è caratterizzata da una forte contrazione muscolare e da una moderata o seria limitazione di movimento, con i tessuti, che sono spesso edematosi e caldi ed occasionalmente delle ecchimosi sono presenti il dolore è limitato al collo. In questa fase è bene fare una manipolazione Osteopaticanel più breve tempo possibile dopo che il paziente è stato stabilizzato, lo scopo è quello di minimizzare l’edema e le reazioni tessutali. Il trattamento viene fatto usando anche tecniche miofascialicon estrema gentilezza, in maniera indiretta e perilesionale, vale a dire è indirizzato alle aree adiacenti al trauma.
Lo scopo maggiore della manipolazione Osteopaticain fase acuta del colpo di frustaè di ripristinare la circolazione, con tutto il miglioramento che essa apporta.Nella fase cronica iniziale, da una settimana ad un mese, l’infiammazione acuta è regredita ma la tensione dei tessuti permane. Il range di movimento è migliorato, il dolore è sempre presente ma si è fatto più sordo, incominciano i sintomi del Sistema Nervoso Simpatico.
Ora, bisogna impiegare dei trattamenti Osteopatici più forti, pur mantenendo ancora le tecniche della fase precedente, bisogna applicare tecniche più dirette alla zona coinvolta tipo ad energia muscolare.Nella fase cronica finale, da 2/3 mesi in poi, il dolore leggero è tutto quello che rimane e spesso senza alcuna irradiazione, rimane ancore una piccola limitazione nel movimento, i cambiamenti nei tessuti sono cronici per loro natura. Adesso le manipolazioni e mobilizzazioni Osteopaticheriguardano l’intero corpo in modo tale da scaricare completamente il trauma su tutto il corpo e liberare così ogni tensione residua, in questa fase si utilizzeranno le tecniche ad Alta Velocità e Bassa Ampiezza THRUST, quelle famose con scroscio articolare. Ed il nostro paziente riguadagnerà in tempi molto più brevi il suo stato di salute.

sabato 20 aprile 2013

LE CICATRICI IN OSTEOPATIA



CICATRICI                                                                           Cicatrice foto dopo
DEFINIZIONE

La cicatrice è un segno lasciato nella cute da una guarigione di una ferita o di una incisione chirurgica in cui un tessuto funzionale normale è ricostituito da un tessuto connettivo (cicatrice). I cheloidi sono accumulazioni eccessive di tessuto cicatrizzato oltre a quello che normalmente si riscontra nella maggior parte delle persone. I cheloidi sono masse di tessuto connettivo più sollevate e grosse delle cicatrici. Le cicatrici e i cheloidi causano sempre aderenze che a loro volta nel tempo portano dei disturbi chiamati “focolai”, i quali manifestano problemi funzionali anche in distretti lontani dalla cicatrice stessa, questo fenomeno è legato al coinvolgimento del tessuto miofasciale (vedere articolo Osteopatia e Rilascio Miofasciale) che mette in collegamento tutto l’organismo; e infine è bene ricordare anche il loro spiacevole effetto da un punto di vista estetico.


EZIOLOGIA

Dopo che una ferita profonda e ampia avviene nella pelle, entrambe le cellule della pelle e le cellule del tessuto connettivo (fibroblasti) iniziano a moltiplicarsi per riparare il danno. I fibroblasti formano una struttura sopra la quale le cellule della pelle possano migrare dentro e riempire la ferita. Questo è l’equilibrio tra la percentuale di replica dei fibroblasti contro le cellule della pelle che hanno qui un ruolo importante. Se i fibroblasti si replicano molto rapidamente, possono formare una rete densa che non è così facilmente penetrata dalle cellule della pelle e ciò porta come risultato un’ampia cicatrice. Se le cellule della pelle mantengono il contatto con i fibroblasti, allora si formerà un piccolo tessuto cicatriziale e la pelle avrà un’apparenza più normale dopo che la ferita è guarita. Nelle persone più giovani rispetto alle persone più anziane i residui cicatriziali si formano in maniera meno evidente poiché le cellule della loro pelle si replicano più velocemente e riempiono la ferita con un tessuto dermico normale.


CHELOIDI E CICATRICI IPERTROFICHE

I cheloidi sono noduli sollevati e rossicci che si sviluppano nella parte dove c’è stato un trauma. Dopo che avviene una ferita sulla pelle, sia le cellule della pelle che le cellule del tessuto connettivo (fibroblasti) iniziano a moltiplicarsi per riparare il danno. Una cicatrice è costituita di “tessuto connettivo”, fibre cartilaginose depositate nella pelle dai fibroblasti per mantenere la ferita chiusa. Con i cheloidi, i fibroblasti continuano a moltiplicarsi anche dopo che la ferita si è rimarginata. In questo modo i cheloidi si proietano sulla superficie della pelle e formano ampi cumuli di tessuto cicatrizzato.

I cheloidi si possono formare in qualsiasi parte del corpo, sebbene la parte superiore del petto e del rachide e le spalle siano particolarmente soggetti alla loro formazione. I sintomi includono pigmentazione della pelle, prurito, arrossamento, sensazioni strane e dolore.

Si stima che i cheloidi si formano in circa 10% delle persone. Mentre gran parte delle persone non formano mai cheloidi, altre li sviluppano anche dopo piccoli traumi, pizzichi di insetto o brufoli. Persone con il pigmento da pelle scuro sembrano essere più propense alla formazione di cheloidi. Uomini e donne sono ugualmente colpiti.


Una cicatrice ipertrofica sembra simile a un cheloide. Le cicatrici ipertrofiche sono più comuni. Loro non diventano così grandi come i cheloidi, e possono attenuarsi con il tempo. Esse succedono in tutti i gruppi razziali. I cheloidi sono considerati un tumore benigno, ma sono soprattutto un fastidio estetico e non diventano mai maligni. Operare su un cheloide di solito stimola di più la formazione di tessuto cicatriziale, perciò persone con cheloidi sono abituati a sentire dire che non c’è niente che si possa fare per liberarsene, ma ciò non è assolutamente vero, l’Osteopatia può far molto riguardo alle cicatrici e ai cheloidi.

Osteopaticamente le cicatrici vengono trattate con un approccio di tipo fasciale. Gli Osteopati sanno che le cicatrici non permettono una piena libertà dei piani sottogiacenti, creando aderenze che accumulano tensioni molto spesso anche a distanza della cicatrice stessa. Dopo aver trattato le cicatrici ed aver ristabilito una mobilità dei vari distretti fasciali circostanti, il soggetto migliora dal punto di vista osteopatico e sintomatologico, e riacquista, in special modo, un equilibrio della propria postura in un regime di economia del lavoro muscolare per il controllo della postura stessa.

venerdì 19 aprile 2013

 10 cibi che sarebbe meglio non comprare




Le nostre scelte alimentari sono in grado di influenzare la nostra salute e di avere ricadute positive o negative sull’ambiente in cui viviamo. Tra scandali alimentari, contaminazioni dovute ad agenti inquinanti ed abuso di pesticidi, come orientarsi nel momento in cui ci si accinge ad acquistare il cibo che verrà servito sulla propria tavola? Tra gli scaffali dei comuni supermercati si nascondono alimenti ben poco raccomandabili. Eccone dieci.

1) Popcorn per micronde

popcorn
Sì ai popcorn preparati in casa, direttamente in padella, a partire dai chicchi di mais, ma no ai popcorn confezionati che prevedano una cottura al microonde. Sotto accusa sono le sostanze utilizzate per la realizzazione dei loro involucri, con particolare riferimento all’inalazione da parte degli operai addetti alla loro produzione di fumi tossici (causa di una rara forma di tumore ai polmoni tra gli addetti ai lavori), tra i quali è stata rilevata la presenza di PFOA, componente sintetico correlato a tumori e infertilità.

2) Salumi e carne lavorata

carne lavorata
Le carni sottoposte a lavorazioni industriali, come dimostrato dai recenti scandali, sono sempre più oggetto di contaminazioni alimentari che possono riguardare la presenza all’interno dei prodotti in vendita di tracce di alimenti non riportati in etichetta, come carne equina di provenienza sconosciuta inspiegabilmente inclusa in prodotti a base di carne di manzo, oltre che di residui di farmaci utilizzati a livello veterinario. Da non dimenticare infine, le ormai ben note ragioni etiche ed ecologiche per evitare in generale il consumo di carne.

3) Pesce spada

pesce spada
Il pesce spada viene annoverato tra gli alimenti ittici più facilmente oggetto di contaminazione da parte di metalli pesanti e di sostanze inquinanti. E’ recente il caso del pesce spada al mercurio scoperto al mercato ittico di Torino. I livelli della sostanza si trovavano al di sopra dei limiti di legge. La popolazione dei pesci spada è inoltre ormai praticamente al collasso ed il pesce spada può essere considerato come una vera e propria specie in via d’estinzione.

4) Mele non biologiche

mele pesticidi
Una mela al giorno toglie il medico di torno. A patto che sia biologica, dovremmo aggiungere. I meleti convenzionali rappresentano una delle porzioni della coltivazione agroalimentare italiana e mondiale maggiormente soggetta all’impiego di pesticidi al fine di ottenere una maggiore resa produttiva. Emblematico in Italia è il caso delle mele della Val di Non e dell’abuso di pesticidi per la loro coltivazione (nella speranza che nel frattempo la situazione sia migliorata, anche a seguito delle proteste della popolazione). Preferite dunque mele biologiche, non trattate con pesticidi ed altre sostanze nocive. In questo modo potrete consumarne tranquillamente anche la buccia, ricca di nutrienti benefici.
LEGGI anche: Una scomoda verità sulle mele della Val di Non

5) Margarina

margarina
La margarina è un non-alimento, una creazione completamente industriale che prevede solitamente l’impiego di ingredienti non considerati esattamente ecologici e salutari, come l’olio di palma. Le margarine industriali possono contenere grassi idrogenati e grassi trans, in grado di renderla un alimento di scarso valore alimentare. Fortunatamente, la margarina può essere facilmente evitata in cucina, preferendo come condimento del semplice olio extravergine d’oliva. In alcune preparazioni, potrebbe essere utile sostituire la margarina con del burro vegetale biologico che non contenga grassi di scarsa qualità.
LEGGI anche:

6) Bibite gassate

bibite gassate
Un concentrato di zuccheri artificiali, coloranti e conservanti, completamente privo di elementi nutritivi benefici. Le bibite gassate dolcificate artificialmente alterano la percezione del gusto e contribuiscono alla diffusione di patologie come il diabete di tipo 2, l’obesità e la carie. Per non acquistare bibite gassate vi sono inoltre ragioni ecologiche ed etiche, legate allo spreco di materie prime per la produzione delle loro confezioni ed alla sottrazione illegale di acqua potabile alle popolazione dei Paesi in via di sviluppo.

7) Patatine fritte confezionate

patatine
Le patatine fritte confezionate sono ancora troppo spesso le protagoniste principali delle merende dei bambini e degli snack fuoripasto degli adulti. Il loro contenuto di sale aggiunto e di grassi di scarsa qualità, per via degli oli vegetali di dubbia provenienza utilizzati per la loro cottura, le rendono le regine del cibo spazzatura. Le patatine fritte confezionate e precotte sono state poste sotto accusa per via del loro elevato contenuto di acrilamide, una sostanza correlata a cancro e infertilità.

8) Alimenti in lattina

alimenti in lattina
Per quanto riguarda gli alimenti in lattina – pensiamo ad esempio alla polpa di pomodoro, al mais o ai legumi – a rappresentare un deterrente all’acquisto è il bisfenolo-A, componente che viene comunemente utilizzato da parte dell’industria produttrice delle confezioni in latta destinate a contenere ed a conservare a lungo i cibi. Il bisfenolo-A è un ormone artificiale, un interferente endocrino ritenuto in grado di ostacolare il corretto funzionamento del nostro sistema ormonale ed è stato correlato al fenomeno crescente dell’obesità infantile.

9) Latte

latte
Il latte può essere realmente considerato un alimento tanto salutare quanto decenni di pubblicità promozionali ci hanno portato a credere? Pare non sia proprio così, in particolar modo per via degli ormoni artificiali che esso può contenere a causa dei farmaci somministrati agli animali da allevamento. Nel latte vaccino è inoltre stata individuata la presenza di un ormone della crescita insulino-simile, correlato al rischio di cancro, che prende il nome di fattore IGF-1. Il consumo di latte è inoltre stato correlato al rischio di osteoporosi.

10) Sedano non biologico

sedano
Un alimento insospettabile come il sedano è stato giudicato da parte dell’Environmental Working Group come l’ortaggio maggiormente caratterizzato dalla presenza di residui di pesticidi, quando non proveniente da coltivazioni biologiche. Residui di pesticidi, anche in quantità minime, risultano spesso presenti nei prodotti agroalimentari non biologici. Il loro consumo viene regolarmente annunciato come “non nocivo”, eppure i residui di pesticidi negli alimenti sono stati posti in stretta correlazione con il rischio di cancro, con particolare riferimento ai bambini. Nel dubbio, meglio scegliere il più possibile ortaggi certificati come biologici o coltivati da sé senza l’impiego di sostanze nocive.
Di Marta Albè
Fonte: greenme.it

giovedì 18 aprile 2013

Vorrei sapere la differenza tra osteopatia e chiropratica.



Vorrei sapere la differenza tra osteopatia e chiropratica.
La chiropratica si occupa dell'analisi e del trattamento degli squilibri del sistema strutturale dell'organismo utilizzando la relazione tra le strutture osteo-muscolari e le funzioni del corpo, in particolare tra colonna vertebrale e sistema nervoso. Chiropratica significa letteralmente mano-pratica ed è una scienza clinica che tratta alcune sofferenze del corpo attraverso manovre particolari, chiamate manipolazioni, che hanno il compito di rimuovere le cause meccaniche che provocano i disturbi della funzionalità articolare, nervosa, vascolare. I principi fondamentali si riassumono in tre punti: 1) la malattia può essere causata da disturbi del sistema nervoso; 2) i disturbi del sistema nervoso possono essere causati da alterazioni della struttura scheletrica; 3) i disturbi del sistema nervoso possono causare e aggravare malattie nelle varie parti o funzioni del corpo. Il termine osteopatia, dal greco osteon-osso e pathos-sofferenza, fu introdotto dal dott. Andrew Taylor Still per definire quelle disfunzioni organiche, funzionali o strutturali che coinvolgono l'apparato muscolo-scheletrico sotto forma di tensione miofasciale e pertanto causa di alterato allineamento posturale. L'osteopatia è una scienza e un'arte della salute che si basa sulla ricerca degli squilibri e delle riduzioni di mobilità delle diverse parti del corpo umano e la loro normalizzazione con tecniche manuali specifiche. Queste tecniche sono: 1) tecniche strutturali osteo-articolari (mobilizzazioni precise e fisiologiche); 2) tecniche tissutali organiche e viscerali (mobilizzazioni locali); 3) tecniche craniali o cranio-sacrali (micro movimenti). L'osteopatia agisce attraverso il sistema arterovenoso che porta nutrimento a tutte le cellule del nostro corpo provvedendo all'eliminazione delle tossine e delle sostanze di rifiuto. L'osteopata attraverso le sue tecniche favorisce lo scorrimento del flusso sanguigno permettendo alle forze autoguaritrici del corpo umano di ripristinare lo stato di salute. L'osteopatia interviene sulla disfunzione non sulla patologia. Tra i principi dell'osteopatia è importante sottolineare quello che il corpo umano è considerato un'unità funzionale e che la struttura e la funzione sono in interrelazione costante.

lunedì 15 aprile 2013

artrosi



Artrosi
ANTIOSSIDANTI E PROBLEMI OSTEO-ARTICOLARI


I problemi osteo-articolari non hanno solamente un’origine biomeccanica,
ossia un conflitto articolare e nel caso di protusione peggio di ernie discali un conflitto vertebrale; spesso vi è una sinergia di cofattori “negativi” che impedisce al nostro organismo di ritrovare in maniera spontanea la soluzione al problema. La vita sedentaria, l’automobile, la posizione scorretta da seduti, lo stress e l’alimentazione sbagliata, il fumare etc. mettono il nostro corpo sempre più sotto pressione liberando così in circolo altissimi quantitativi di Radicali Liberi, che bloccano la risposta sana dell’intelligenza intrinseca in tutte le nostre cellule. In effetti, le manipolazioni sono fondamentali ma se le nostre cellule, già sofferenti e danneggiate, non vengono aiutate con l’assunzione di Antiossidanti, i dolori si ripresenteranno entro breve termine. L’artrosi non è un problema dovuto solo all’età, la causa è molto più profonda, un fenomeno a livello molecolare che colpisce l’intero organismo: è la formazione di legami anomali tra le molecole che, invece, di scivolare tra loro, si ritrovano ad avere attrito. La causa di questo legame anomalo tra le molecole (cross-link) è lo Stress Ossidativo, esso è causato da diversi fattori. I Radicali Liberi sono come la ruggine, danneggiano tutto ciò che incontrano. Sono così potenti che l’organismo è costretto a produrre a sua volta radicali liberi superossidi per difendersi da loro. Però, nel caso di patologie osteo-articolari, ciò peggiora la situazione aggravando lo stato infiammatorio. Ad aggravare la situazione l’articolazione sofferente secerne istamina, che provoca una vasodilatazione venosa; così da creare una stasi venosa nei corpi vertebrali, nei legamenti che circondano il midollo, nelle articolazioni, impedendo così una buona circolazione arteriosa. A causa della scarsa irrorazione sanguigna le vertebre ed i tessuti adiacenti sono malnutriti, diventando più sensibili alle pressioni ed alla gravità manifestando così dolore. Ricapitolando:• articolazioni mal irrorate +• scarso ricambio +• legamenti gonfi +• edema, causato dalla sovreccitazione globuli bianchi +• basso apporto di Antiossidanti=Dolorose Artralgie, Discopatie, Nevralgie. Usualmente in questi casi vengono prescritti antinfiammatori ma il loro effetto è solo temporaneo, senza contare poi gli effetti collaterali. Nel qual caso si fosse in sovrappeso, la massa grassa oltre a gravare su tutte le nostre articolazioni, intrappolerà tutte le vitamine liposolubili, tipo vitamina E od il betacarotene, neutralizzando così una buona parte delle sostanze antiossidanti a noi necessarie.

Le degenerazioni patologiche indotte da un alto tasso di Radicali Liberi sono sempre lente e subdole ed in special modo a livello osteo-articolare Cosa fare per arrestare questo processo degenerativo?

• Dobbiamo innanzitutto mangiare più frutta e verdura fresca e cruda.
• Curare l’alimentazione evitando grassi saturi che causano un eccessiva produzione di prostaglandine, che favoriscono l’infiammazione.
• Fare del moto quotidiano, attività fisica, costante ma leggera.
• Quando abbiamo problemi osteo-articolari dobbiamo trattarli nell’immediato con manipolazioni Osteopatiche, in modo da recuperare il movimento.