Il Trattamento Craniosacrale, fà parte delle tecniche terapeutiche di
contatto "dolci" e non invasive che stimolano i meccanismi naturali di
guarigione. E' una tecnica osteopatica sviluppata dal dott.
W.G.Sutherland allievo del dott A.T. Still padre della medicina
osteopatica, perfezionata in seguito dal dott. J.Upledger
Io
preferisco definirla una tecnica olistico (qualcuno lo definisce anche
massaggio) che prevede un tocco molto leggero dell’operatore sulle ossa
craniche e sulla colonna vertebrale, alla ricerca di un “contatto” con
il ritmo cranio-sacrale che andrà assecondato e stimolato.
Dal
punto di vista operativo, il terapista praticherà per una durata
variabile tra i 40 e i 60 minuti delle leggere pressioni del sistema
cranio-sacrale che rimangono normalmente contratte in caso di stress,
stimolando la circolazione del liquor. Le pressioni non dovranno essere
superiori a quella di una moneta del peso di 5 grammi o alla pressione
sostenibile di un dito sul globo oculare. Nonostante la delicatezza con
la quale viene praticata, la tecnica è in grado di agire profondamente
sul sistema nervoso, influenzando sia il sistema ormonale che quello
immunitario, favorendo quindi l’armonia degli stati psicologici ed
emotivi, ovvero stimolando uno stato di benessere che, in base al
concetto olistico dell’essere umano, favorisce l’armonia tra corpo,
mente e spirito e quindi la auto-guarigione dei più diversi disagi oltre
che la loro prevenzione. Per la sua natura non invasiva, la tecnica
cranio-sacrale può essere praticata anche sui neonati, sulle persone
anziane e sulle donne in gravidanza.
martedì 30 aprile 2013
venerdì 26 aprile 2013
IL MANNOSIO CONTRO LA CISTITE
Impazza nei forum di salute sul web e chi l'ha provato non ha dubbi: il mannosio è il nuovo alleato contro la cistite,
l'infezione delle vie urinarie che colpisce almeno una volta l'anno una
donna su tre, con picchi d'estate. Si tratta di uno zucchero estratto
dal legno di betulla o larice, fino a poco tempo fa venduto solo in
America e ora disponibile anche in Italia, sotto forma di granulato e di
compresse acquistabili in farmacia o in erboristeria.
Alcuni studi, pubblicati sulla rassegna di Pubmed, provano l'efficacia di questa sostanza nel combattere l'infezione causata dai batteri, in particolare dall'Escherichia Coli.
Come funziona. «Questo zucchero, una volta ingerito, passa velocemente nel sangue ed è poi filtrato dai reni, infine viene eliminato nelle vie urinarie», dice Mauro Cervigni, urologinecologo presso l'ospedale San Carlo - Idi di Roma. «Una volta giunto nell'apparato urinario, riduce l'adesività dei batteri sulla parete della vescica, favorendone l'eliminazione attraverso la minzione».
Quando funziona. «Il mannosio è utile solo in caso di cistiti batteriche, cioè provocate da microrganismi come l'escherichia coli», prosegue l'urologinecologo. «Prima di assumerlo sarebbe bene sottoporsi a urinocultura, per verificare la presenza del battere. Di solito viene somministrato in caso di cistite recidivante, cioè che si presenta più volte nell'arco di tre-sei mesi, da solo o insieme ad antibiotici specifici. Ma può essere usato anche in caso di episodio acuto, al posto dell'antibiotico o come coadiuvante nei giorni successivi. Non ha invece alcun effetto preventivo sull'infiammazione».
La terapia. «La dose giornaliera e la durata della terapia variano a seconda dell'età e della situazione clinica della paziente, da un ciclo di venti giorni fino a tre mesi», dice Cervigni. «Per questo, prima di iniziare ad assumere mannosio è sempre meglio chiedere un consulto al medico di base, al ginecologo o all'urologo con cui si è in cura, che prescriverà la posologia giusta. Non fidatevi delle indicazioni che trovate sulla confezione o che leggete in internet».
Controindicazioni. Non ci sono, il mannosio può essere usato anche dalle donne in gravidanza e non interferisce con altri farmaci. Le pazienti diabetiche possono assumerlo a patto di tenere sotto controllo con attenzione la glicemia.
Giulia Lazzerini - OK La salute prima di tutto
Alcuni studi, pubblicati sulla rassegna di Pubmed, provano l'efficacia di questa sostanza nel combattere l'infezione causata dai batteri, in particolare dall'Escherichia Coli.
Come funziona. «Questo zucchero, una volta ingerito, passa velocemente nel sangue ed è poi filtrato dai reni, infine viene eliminato nelle vie urinarie», dice Mauro Cervigni, urologinecologo presso l'ospedale San Carlo - Idi di Roma. «Una volta giunto nell'apparato urinario, riduce l'adesività dei batteri sulla parete della vescica, favorendone l'eliminazione attraverso la minzione».
Quando funziona. «Il mannosio è utile solo in caso di cistiti batteriche, cioè provocate da microrganismi come l'escherichia coli», prosegue l'urologinecologo. «Prima di assumerlo sarebbe bene sottoporsi a urinocultura, per verificare la presenza del battere. Di solito viene somministrato in caso di cistite recidivante, cioè che si presenta più volte nell'arco di tre-sei mesi, da solo o insieme ad antibiotici specifici. Ma può essere usato anche in caso di episodio acuto, al posto dell'antibiotico o come coadiuvante nei giorni successivi. Non ha invece alcun effetto preventivo sull'infiammazione».
La terapia. «La dose giornaliera e la durata della terapia variano a seconda dell'età e della situazione clinica della paziente, da un ciclo di venti giorni fino a tre mesi», dice Cervigni. «Per questo, prima di iniziare ad assumere mannosio è sempre meglio chiedere un consulto al medico di base, al ginecologo o all'urologo con cui si è in cura, che prescriverà la posologia giusta. Non fidatevi delle indicazioni che trovate sulla confezione o che leggete in internet».
Controindicazioni. Non ci sono, il mannosio può essere usato anche dalle donne in gravidanza e non interferisce con altri farmaci. Le pazienti diabetiche possono assumerlo a patto di tenere sotto controllo con attenzione la glicemia.
Giulia Lazzerini - OK La salute prima di tutto
martedì 23 aprile 2013
COLPO DI FRUSTA CON L'OSTEOPATIA...
Colpo di
frusta
CHE
COS’E’ IL COLPO DI FRUSTA?
Molti
sono i pazienti che si rivolgono all’esperte mani dell’osteopata per risolvere
i problemi e le conseguenze causati da un colpo di frusta. Il colpo di
frustacervicale è uno degli eventi traumatici statisticamente più frequenti
negli incidenti automobilistici ed assume pertanto, all’interno di quella vera
e propria malattia sociale che è la patologia traumatica dovuta ai sinistri
stradali, una notevole rilevanza epidemiologica.
Generalmente
si chiamano “colpi di frusta” tutti quei traumi che comportano un’iperflessione
ed iperestensione, in maniera violenta, del tratto cervicale, sono un
meccanismo accelerativo-decelerativo di trasferimento d’energia sul collo che
può conseguire a collisioni anteriori o laterali di veicoli a motore, ma non
solo.
Il trauma
può dar luogo a lesioni dello scheletro o dei tessuti che a loro volta possono
dare inizio a varie fastidiose manifestazioni cliniche, di differente gravità,
che perdurano negli anni se non trattate OsteopaticamenteLe conseguenze di un
colpo di frusta interessano soprattutto la muscolatura, i legamenti, i dischi
intervertebrali, il sistema vascolare, il sistema nervoso simpatico, le
vertebre ed il midollo spinale.
Nei casi
meno gravi si potranno avere danni legamentosi da stiramento e contusione delle
strutture articolari, causati dallo scivolamento delle vertebre, con edema
locale e contrattura da riflesso protettivo. Nei casi più gravi si possono
verificare rotture dei legamenti, ernie discali cervicali, fratture vertebrali.
Chiaramente
vari sono i fattori che determinano la gravita del colpo di frusta:
• Forza
d’impatto.
•
Posizione della testa, nel momento dell’impatto.
•
Posizione delle mani, nel momento dell’impatto.
•
Consapevolezza dell’incidente, che sta per avvenire.
•
Posizionamento corretto del poggiatesta.
• Se
l’airbag ha funzionato.
•
Condizioni cliniche del collo antecedenti al trauma.
SINTOMI il
paziente con colpo di frusta, non ha sintomi nell’immediato dopo trauma, al
punto che rifiuta il trattamento medico, solo dopo qualche ora incomincia a
percepire rigidità del collo e qualche dolore. Il giorno dopo l’edema è
evidente così come i dolori e la rigidità.
I primi
sintomi, cioè alcune ore dopo ed entro i 3 giorni, sono: dolore cervicale, brachialgia,
limitazione dei movimenti del collo e la cefalea il più delle volte occipitale
o generalizzata; solo nei giorni successivi vengono riferiti irritabilità,
parestesie e sintomi otoneurologici, sintomi questi che da soli tendono, a
volte, a scomparire nell’arco di 3 mesi dal trauma.Altri sintomi tendono a
comparire più tardi, circa 3 settimane dopo l’evento traumatico, sintomi che
avvengono a causa del coinvolgimento del Sistema Nervoso Simpatico, squilibri
vascolari, disfagia, nausea, vomito, affaticamento, vertigini, sbandamenti,
dolori lombari, insonniae seri problemi emotivi e psicologici.trattamento
osteopaticoIl trattamento osteopaticoè eccellente per curare il colpo di frusta
sia in fase acuta che cronica, è comunque bene ricordare vi sarà sempre un
trattamento diverso per ogni paziente così come per la sua durata.
Nella
fase acuta, che è caratterizzata da una forte contrazione muscolare e da una
moderata o seria limitazione di movimento, con i tessuti, che sono spesso
edematosi e caldi ed occasionalmente delle ecchimosi sono presenti il dolore è
limitato al collo. In questa fase è bene fare una manipolazione Osteopaticanel
più breve tempo possibile dopo che il paziente è stato stabilizzato, lo scopo è
quello di minimizzare l’edema e le reazioni tessutali. Il trattamento viene
fatto usando anche tecniche miofascialicon estrema gentilezza, in maniera
indiretta e perilesionale, vale a dire è indirizzato alle aree adiacenti al
trauma.
Lo scopo
maggiore della manipolazione Osteopaticain fase acuta del colpo di frustaè di
ripristinare la circolazione, con tutto il miglioramento che essa apporta.Nella
fase cronica iniziale, da una settimana ad un mese, l’infiammazione acuta è
regredita ma la tensione dei tessuti permane. Il range di movimento è migliorato,
il dolore è sempre presente ma si è fatto più sordo, incominciano i sintomi del
Sistema Nervoso Simpatico.
Ora,
bisogna impiegare dei trattamenti Osteopatici più forti, pur mantenendo ancora
le tecniche della fase precedente, bisogna applicare tecniche più dirette alla
zona coinvolta tipo ad energia muscolare.Nella fase cronica finale, da 2/3 mesi
in poi, il dolore leggero è tutto quello che rimane e spesso senza alcuna
irradiazione, rimane ancore una piccola limitazione nel movimento, i
cambiamenti nei tessuti sono cronici per loro natura. Adesso le manipolazioni e
mobilizzazioni Osteopaticheriguardano l’intero corpo in modo tale da scaricare
completamente il trauma su tutto il corpo e liberare così ogni tensione
residua, in questa fase si utilizzeranno le tecniche ad Alta Velocità e Bassa
Ampiezza THRUST, quelle famose con scroscio articolare. Ed il nostro paziente
riguadagnerà in tempi molto più brevi il suo stato di salute.
sabato 20 aprile 2013
LE CICATRICI IN OSTEOPATIA
CICATRICI
DEFINIZIONE
La
cicatrice è un segno lasciato nella cute da una guarigione di una ferita o di
una incisione chirurgica in cui un tessuto funzionale normale è ricostituito da
un tessuto connettivo (cicatrice). I cheloidi sono accumulazioni eccessive di
tessuto cicatrizzato oltre a quello che normalmente si riscontra nella maggior
parte delle persone. I cheloidi sono masse di tessuto connettivo più sollevate
e grosse delle cicatrici. Le cicatrici e i cheloidi causano sempre aderenze che
a loro volta nel tempo portano dei disturbi chiamati “focolai”, i quali
manifestano problemi funzionali anche in distretti lontani dalla cicatrice
stessa, questo fenomeno è legato al coinvolgimento del tessuto miofasciale
(vedere articolo Osteopatia e Rilascio Miofasciale) che mette in collegamento
tutto l’organismo; e infine è bene ricordare anche il loro spiacevole effetto
da un punto di vista estetico.
EZIOLOGIA
Dopo che
una ferita profonda e ampia avviene nella pelle, entrambe le cellule della
pelle e le cellule del tessuto connettivo (fibroblasti) iniziano a
moltiplicarsi per riparare il danno. I fibroblasti formano una struttura sopra
la quale le cellule della pelle possano migrare dentro e riempire la ferita.
Questo è l’equilibrio tra la percentuale di replica dei fibroblasti contro le
cellule della pelle che hanno qui un ruolo importante. Se i fibroblasti si
replicano molto rapidamente, possono formare una rete densa che non è così
facilmente penetrata dalle cellule della pelle e ciò porta come risultato un’ampia
cicatrice. Se le cellule della pelle mantengono il contatto con i fibroblasti,
allora si formerà un piccolo tessuto cicatriziale e la pelle avrà un’apparenza
più normale dopo che la ferita è guarita. Nelle persone più giovani rispetto
alle persone più anziane i residui cicatriziali si formano in maniera meno
evidente poiché le cellule della loro pelle si replicano più velocemente e
riempiono la ferita con un tessuto dermico normale.
CHELOIDI
E CICATRICI IPERTROFICHE
I
cheloidi sono noduli sollevati e rossicci che si sviluppano nella parte dove
c’è stato un trauma. Dopo che avviene una ferita sulla pelle, sia le cellule
della pelle che le cellule del tessuto connettivo (fibroblasti) iniziano a
moltiplicarsi per riparare il danno. Una cicatrice è costituita di “tessuto
connettivo”, fibre cartilaginose depositate nella pelle dai fibroblasti per
mantenere la ferita chiusa. Con i cheloidi, i fibroblasti continuano a
moltiplicarsi anche dopo che la ferita si è rimarginata. In questo modo i
cheloidi si proietano sulla superficie della pelle e formano ampi cumuli di
tessuto cicatrizzato.
I
cheloidi si possono formare in qualsiasi parte del corpo, sebbene la parte
superiore del petto e del rachide e le spalle siano particolarmente soggetti
alla loro formazione. I sintomi includono pigmentazione della pelle, prurito,
arrossamento, sensazioni strane e dolore.
Si stima
che i cheloidi si formano in circa 10% delle persone. Mentre gran parte delle
persone non formano mai cheloidi, altre li sviluppano anche dopo piccoli
traumi, pizzichi di insetto o brufoli. Persone con il pigmento da pelle scuro
sembrano essere più propense alla formazione di cheloidi. Uomini e donne sono
ugualmente colpiti.
Una
cicatrice ipertrofica sembra simile a un cheloide. Le cicatrici ipertrofiche
sono più comuni. Loro non diventano così grandi come i cheloidi, e possono
attenuarsi con il tempo. Esse succedono in tutti i gruppi razziali. I cheloidi
sono considerati un tumore benigno, ma sono soprattutto un fastidio estetico e
non diventano mai maligni. Operare su un cheloide di solito stimola di più la
formazione di tessuto cicatriziale, perciò persone con cheloidi sono abituati a
sentire dire che non c’è niente che si possa fare per liberarsene, ma ciò non è
assolutamente vero, l’Osteopatia può far molto riguardo alle cicatrici e ai
cheloidi.
Osteopaticamente
le cicatrici vengono trattate con un approccio di tipo fasciale. Gli Osteopati
sanno che le cicatrici non permettono una piena libertà dei piani
sottogiacenti, creando aderenze che accumulano tensioni molto spesso anche a
distanza della cicatrice stessa. Dopo aver trattato le cicatrici ed aver
ristabilito una mobilità dei vari distretti fasciali circostanti, il soggetto
migliora dal punto di vista osteopatico e sintomatologico, e riacquista, in
special modo, un equilibrio della propria postura in un regime di economia del
lavoro muscolare per il controllo della postura stessa.
venerdì 19 aprile 2013
10 cibi che sarebbe meglio non comprare
Le nostre scelte alimentari sono in grado di influenzare la nostra salute e di avere ricadute positive o negative sull’ambiente in cui viviamo. Tra scandali alimentari, contaminazioni dovute ad agenti inquinanti ed abuso di pesticidi, come orientarsi nel momento in cui ci si accinge ad acquistare il cibo che verrà servito sulla propria tavola? Tra gli scaffali dei comuni supermercati si nascondono alimenti ben poco raccomandabili. Eccone dieci.
Sì ai popcorn preparati in casa, direttamente in padella, a partire dai chicchi di mais, ma no ai popcorn confezionati che prevedano una cottura al microonde. Sotto accusa sono le sostanze utilizzate per la realizzazione dei loro involucri, con particolare riferimento all’inalazione da parte degli operai addetti alla loro produzione di fumi tossici (causa di una rara forma di tumore ai polmoni tra gli addetti ai lavori), tra i quali è stata rilevata la presenza di PFOA, componente sintetico correlato a tumori e infertilità.
Le carni sottoposte a lavorazioni industriali, come dimostrato dai recenti scandali, sono sempre più oggetto di contaminazioni alimentari che possono riguardare la presenza all’interno dei prodotti in vendita di tracce di alimenti non riportati in etichetta, come carne equina di provenienza sconosciuta inspiegabilmente inclusa in prodotti a base di carne di manzo, oltre che di residui di farmaci utilizzati a livello veterinario. Da non dimenticare infine, le ormai ben note ragioni etiche ed ecologiche per evitare in generale il consumo di carne.
Il pesce spada viene annoverato tra gli alimenti ittici più facilmente oggetto di contaminazione da parte di metalli pesanti e di sostanze inquinanti. E’ recente il caso del pesce spada al mercurio scoperto al mercato ittico di Torino. I livelli della sostanza si trovavano al di sopra dei limiti di legge. La popolazione dei pesci spada è inoltre ormai praticamente al collasso ed il pesce spada può essere considerato come una vera e propria specie in via d’estinzione.
Una mela al giorno toglie il medico di torno. A patto che sia biologica, dovremmo aggiungere. I meleti convenzionali rappresentano una delle porzioni della coltivazione agroalimentare italiana e mondiale maggiormente soggetta all’impiego di pesticidi al fine di ottenere una maggiore resa produttiva. Emblematico in Italia è il caso delle mele della Val di Non e dell’abuso di pesticidi per la loro coltivazione (nella speranza che nel frattempo la situazione sia migliorata, anche a seguito delle proteste della popolazione). Preferite dunque mele biologiche, non trattate con pesticidi ed altre sostanze nocive. In questo modo potrete consumarne tranquillamente anche la buccia, ricca di nutrienti benefici.
LEGGI anche: Una scomoda verità sulle mele della Val di Non
La margarina è un non-alimento, una creazione completamente industriale che prevede solitamente l’impiego di ingredienti non considerati esattamente ecologici e salutari, come l’olio di palma. Le margarine industriali possono contenere grassi idrogenati e grassi trans, in grado di renderla un alimento di scarso valore alimentare. Fortunatamente, la margarina può essere facilmente evitata in cucina, preferendo come condimento del semplice olio extravergine d’oliva. In alcune preparazioni, potrebbe essere utile sostituire la margarina con del burro vegetale biologico che non contenga grassi di scarsa qualità.
LEGGI anche:
Un concentrato di zuccheri artificiali, coloranti e conservanti, completamente privo di elementi nutritivi benefici. Le bibite gassate dolcificate artificialmente alterano la percezione del gusto e contribuiscono alla diffusione di patologie come il diabete di tipo 2, l’obesità e la carie. Per non acquistare bibite gassate vi sono inoltre ragioni ecologiche ed etiche, legate allo spreco di materie prime per la produzione delle loro confezioni ed alla sottrazione illegale di acqua potabile alle popolazione dei Paesi in via di sviluppo.
Le patatine fritte confezionate sono ancora troppo spesso le protagoniste principali delle merende dei bambini e degli snack fuoripasto degli adulti. Il loro contenuto di sale aggiunto e di grassi di scarsa qualità, per via degli oli vegetali di dubbia provenienza utilizzati per la loro cottura, le rendono le regine del cibo spazzatura. Le patatine fritte confezionate e precotte sono state poste sotto accusa per via del loro elevato contenuto di acrilamide, una sostanza correlata a cancro e infertilità.
Per quanto riguarda gli alimenti in lattina – pensiamo ad esempio alla polpa di pomodoro, al mais o ai legumi – a rappresentare un deterrente all’acquisto è il bisfenolo-A, componente che viene comunemente utilizzato da parte dell’industria produttrice delle confezioni in latta destinate a contenere ed a conservare a lungo i cibi. Il bisfenolo-A è un ormone artificiale, un interferente endocrino ritenuto in grado di ostacolare il corretto funzionamento del nostro sistema ormonale ed è stato correlato al fenomeno crescente dell’obesità infantile.
Il latte può essere realmente considerato un alimento tanto salutare quanto decenni di pubblicità promozionali ci hanno portato a credere? Pare non sia proprio così, in particolar modo per via degli ormoni artificiali che esso può contenere a causa dei farmaci somministrati agli animali da allevamento. Nel latte vaccino è inoltre stata individuata la presenza di un ormone della crescita insulino-simile, correlato al rischio di cancro, che prende il nome di fattore IGF-1. Il consumo di latte è inoltre stato correlato al rischio di osteoporosi.
Un alimento insospettabile come il sedano è stato giudicato da parte dell’Environmental Working Group come l’ortaggio maggiormente caratterizzato dalla presenza di residui di pesticidi, quando non proveniente da coltivazioni biologiche. Residui di pesticidi, anche in quantità minime, risultano spesso presenti nei prodotti agroalimentari non biologici. Il loro consumo viene regolarmente annunciato come “non nocivo”, eppure i residui di pesticidi negli alimenti sono stati posti in stretta correlazione con il rischio di cancro, con particolare riferimento ai bambini. Nel dubbio, meglio scegliere il più possibile ortaggi certificati come biologici o coltivati da sé senza l’impiego di sostanze nocive.
Di Marta Albè
Fonte: greenme.it
Le nostre scelte alimentari sono in grado di influenzare la nostra salute e di avere ricadute positive o negative sull’ambiente in cui viviamo. Tra scandali alimentari, contaminazioni dovute ad agenti inquinanti ed abuso di pesticidi, come orientarsi nel momento in cui ci si accinge ad acquistare il cibo che verrà servito sulla propria tavola? Tra gli scaffali dei comuni supermercati si nascondono alimenti ben poco raccomandabili. Eccone dieci.
1) Popcorn per micronde
Sì ai popcorn preparati in casa, direttamente in padella, a partire dai chicchi di mais, ma no ai popcorn confezionati che prevedano una cottura al microonde. Sotto accusa sono le sostanze utilizzate per la realizzazione dei loro involucri, con particolare riferimento all’inalazione da parte degli operai addetti alla loro produzione di fumi tossici (causa di una rara forma di tumore ai polmoni tra gli addetti ai lavori), tra i quali è stata rilevata la presenza di PFOA, componente sintetico correlato a tumori e infertilità.
2) Salumi e carne lavorata
Le carni sottoposte a lavorazioni industriali, come dimostrato dai recenti scandali, sono sempre più oggetto di contaminazioni alimentari che possono riguardare la presenza all’interno dei prodotti in vendita di tracce di alimenti non riportati in etichetta, come carne equina di provenienza sconosciuta inspiegabilmente inclusa in prodotti a base di carne di manzo, oltre che di residui di farmaci utilizzati a livello veterinario. Da non dimenticare infine, le ormai ben note ragioni etiche ed ecologiche per evitare in generale il consumo di carne.
3) Pesce spada
Il pesce spada viene annoverato tra gli alimenti ittici più facilmente oggetto di contaminazione da parte di metalli pesanti e di sostanze inquinanti. E’ recente il caso del pesce spada al mercurio scoperto al mercato ittico di Torino. I livelli della sostanza si trovavano al di sopra dei limiti di legge. La popolazione dei pesci spada è inoltre ormai praticamente al collasso ed il pesce spada può essere considerato come una vera e propria specie in via d’estinzione.
4) Mele non biologiche
Una mela al giorno toglie il medico di torno. A patto che sia biologica, dovremmo aggiungere. I meleti convenzionali rappresentano una delle porzioni della coltivazione agroalimentare italiana e mondiale maggiormente soggetta all’impiego di pesticidi al fine di ottenere una maggiore resa produttiva. Emblematico in Italia è il caso delle mele della Val di Non e dell’abuso di pesticidi per la loro coltivazione (nella speranza che nel frattempo la situazione sia migliorata, anche a seguito delle proteste della popolazione). Preferite dunque mele biologiche, non trattate con pesticidi ed altre sostanze nocive. In questo modo potrete consumarne tranquillamente anche la buccia, ricca di nutrienti benefici.
LEGGI anche: Una scomoda verità sulle mele della Val di Non
5) Margarina
La margarina è un non-alimento, una creazione completamente industriale che prevede solitamente l’impiego di ingredienti non considerati esattamente ecologici e salutari, come l’olio di palma. Le margarine industriali possono contenere grassi idrogenati e grassi trans, in grado di renderla un alimento di scarso valore alimentare. Fortunatamente, la margarina può essere facilmente evitata in cucina, preferendo come condimento del semplice olio extravergine d’oliva. In alcune preparazioni, potrebbe essere utile sostituire la margarina con del burro vegetale biologico che non contenga grassi di scarsa qualità.
LEGGI anche:
6) Bibite gassate
Un concentrato di zuccheri artificiali, coloranti e conservanti, completamente privo di elementi nutritivi benefici. Le bibite gassate dolcificate artificialmente alterano la percezione del gusto e contribuiscono alla diffusione di patologie come il diabete di tipo 2, l’obesità e la carie. Per non acquistare bibite gassate vi sono inoltre ragioni ecologiche ed etiche, legate allo spreco di materie prime per la produzione delle loro confezioni ed alla sottrazione illegale di acqua potabile alle popolazione dei Paesi in via di sviluppo.
7) Patatine fritte confezionate
Le patatine fritte confezionate sono ancora troppo spesso le protagoniste principali delle merende dei bambini e degli snack fuoripasto degli adulti. Il loro contenuto di sale aggiunto e di grassi di scarsa qualità, per via degli oli vegetali di dubbia provenienza utilizzati per la loro cottura, le rendono le regine del cibo spazzatura. Le patatine fritte confezionate e precotte sono state poste sotto accusa per via del loro elevato contenuto di acrilamide, una sostanza correlata a cancro e infertilità.
8) Alimenti in lattina
Per quanto riguarda gli alimenti in lattina – pensiamo ad esempio alla polpa di pomodoro, al mais o ai legumi – a rappresentare un deterrente all’acquisto è il bisfenolo-A, componente che viene comunemente utilizzato da parte dell’industria produttrice delle confezioni in latta destinate a contenere ed a conservare a lungo i cibi. Il bisfenolo-A è un ormone artificiale, un interferente endocrino ritenuto in grado di ostacolare il corretto funzionamento del nostro sistema ormonale ed è stato correlato al fenomeno crescente dell’obesità infantile.
9) Latte
Il latte può essere realmente considerato un alimento tanto salutare quanto decenni di pubblicità promozionali ci hanno portato a credere? Pare non sia proprio così, in particolar modo per via degli ormoni artificiali che esso può contenere a causa dei farmaci somministrati agli animali da allevamento. Nel latte vaccino è inoltre stata individuata la presenza di un ormone della crescita insulino-simile, correlato al rischio di cancro, che prende il nome di fattore IGF-1. Il consumo di latte è inoltre stato correlato al rischio di osteoporosi.
10) Sedano non biologico
Un alimento insospettabile come il sedano è stato giudicato da parte dell’Environmental Working Group come l’ortaggio maggiormente caratterizzato dalla presenza di residui di pesticidi, quando non proveniente da coltivazioni biologiche. Residui di pesticidi, anche in quantità minime, risultano spesso presenti nei prodotti agroalimentari non biologici. Il loro consumo viene regolarmente annunciato come “non nocivo”, eppure i residui di pesticidi negli alimenti sono stati posti in stretta correlazione con il rischio di cancro, con particolare riferimento ai bambini. Nel dubbio, meglio scegliere il più possibile ortaggi certificati come biologici o coltivati da sé senza l’impiego di sostanze nocive.
Di Marta Albè
Fonte: greenme.it
giovedì 18 aprile 2013
Vorrei sapere la differenza tra osteopatia e chiropratica.
Vorrei sapere la differenza
tra osteopatia e chiropratica.
La
chiropratica si occupa dell'analisi e del trattamento degli squilibri del
sistema strutturale dell'organismo utilizzando la relazione tra le strutture
osteo-muscolari e le funzioni del corpo, in particolare tra colonna vertebrale
e sistema nervoso. Chiropratica significa letteralmente mano-pratica ed è una
scienza clinica che tratta alcune sofferenze del corpo attraverso manovre
particolari, chiamate manipolazioni, che hanno il compito di rimuovere le cause
meccaniche che provocano i disturbi della funzionalità articolare, nervosa,
vascolare. I principi fondamentali si riassumono in tre punti: 1) la malattia
può essere causata da disturbi del sistema nervoso; 2) i disturbi del sistema
nervoso possono essere causati da alterazioni della struttura scheletrica; 3) i
disturbi del sistema nervoso possono causare e aggravare malattie nelle varie
parti o funzioni del corpo. Il termine osteopatia, dal greco osteon-osso e
pathos-sofferenza, fu introdotto dal dott. Andrew Taylor Still per definire
quelle disfunzioni organiche, funzionali o strutturali che coinvolgono
l'apparato muscolo-scheletrico sotto forma di tensione miofasciale e pertanto
causa di alterato allineamento posturale. L'osteopatia è una scienza e un'arte
della salute che si basa sulla ricerca degli squilibri e delle riduzioni di
mobilità delle diverse parti del corpo umano e la loro normalizzazione con
tecniche manuali specifiche. Queste tecniche sono: 1) tecniche strutturali
osteo-articolari (mobilizzazioni precise e fisiologiche); 2) tecniche tissutali
organiche e viscerali (mobilizzazioni locali); 3) tecniche craniali o
cranio-sacrali (micro movimenti). L'osteopatia agisce attraverso il sistema
arterovenoso che porta nutrimento a tutte le cellule del nostro corpo
provvedendo all'eliminazione delle tossine e delle sostanze di rifiuto.
L'osteopata attraverso le sue tecniche favorisce lo scorrimento del flusso
sanguigno permettendo alle forze autoguaritrici del corpo umano di ripristinare
lo stato di salute. L'osteopatia interviene sulla disfunzione non sulla
patologia. Tra i principi dell'osteopatia è importante sottolineare quello che
il corpo umano è considerato un'unità funzionale e che la struttura e la
funzione sono in interrelazione costante.
lunedì 15 aprile 2013
artrosi
Artrosi
ANTIOSSIDANTI
E PROBLEMI OSTEO-ARTICOLARI
I
problemi osteo-articolari non hanno solamente un’origine biomeccanica,
ossia un
conflitto articolare e nel caso di protusione peggio di ernie discali un
conflitto vertebrale; spesso vi è una sinergia di cofattori “negativi” che
impedisce al nostro organismo di ritrovare in maniera spontanea la soluzione al
problema. La vita sedentaria, l’automobile, la posizione scorretta da seduti,
lo stress e l’alimentazione sbagliata, il fumare etc. mettono il nostro corpo
sempre più sotto pressione liberando così in circolo altissimi quantitativi di
Radicali Liberi, che bloccano la risposta sana dell’intelligenza intrinseca in
tutte le nostre cellule. In effetti, le manipolazioni sono fondamentali ma se
le nostre cellule, già sofferenti e danneggiate, non vengono aiutate con
l’assunzione di Antiossidanti, i dolori si ripresenteranno entro breve termine.
L’artrosi non è un problema dovuto solo all’età, la causa è molto più profonda,
un fenomeno a livello molecolare che colpisce l’intero organismo: è la
formazione di legami anomali tra le molecole che, invece, di scivolare tra
loro, si ritrovano ad avere attrito. La causa di questo legame anomalo tra le
molecole (cross-link) è lo Stress Ossidativo, esso è causato da diversi
fattori. I Radicali Liberi sono come la ruggine, danneggiano tutto ciò che
incontrano. Sono così potenti che l’organismo è costretto a produrre a sua
volta radicali liberi superossidi per difendersi da loro. Però, nel caso di
patologie osteo-articolari, ciò peggiora la situazione aggravando lo stato
infiammatorio. Ad aggravare la situazione l’articolazione sofferente secerne
istamina, che provoca una vasodilatazione venosa; così da creare una stasi
venosa nei corpi vertebrali, nei legamenti che circondano il midollo, nelle
articolazioni, impedendo così una buona circolazione arteriosa. A causa della
scarsa irrorazione sanguigna le vertebre ed i tessuti adiacenti sono
malnutriti, diventando più sensibili alle pressioni ed alla gravità
manifestando così dolore. Ricapitolando:• articolazioni mal irrorate +• scarso
ricambio +• legamenti gonfi +• edema, causato dalla sovreccitazione globuli
bianchi +• basso apporto di Antiossidanti=Dolorose Artralgie, Discopatie,
Nevralgie. Usualmente in questi casi vengono prescritti antinfiammatori ma il
loro effetto è solo temporaneo, senza contare poi gli effetti collaterali. Nel
qual caso si fosse in sovrappeso, la massa grassa oltre a gravare su tutte le
nostre articolazioni, intrappolerà tutte le vitamine liposolubili, tipo vitamina
E od il betacarotene, neutralizzando così una buona parte delle sostanze
antiossidanti a noi necessarie.
Le
degenerazioni patologiche indotte da un alto tasso di Radicali Liberi sono
sempre lente e subdole ed in special modo a livello osteo-articolare Cosa fare
per arrestare questo processo degenerativo?
•
Dobbiamo innanzitutto mangiare più frutta e verdura fresca e cruda.
• Curare
l’alimentazione evitando grassi saturi che causano un eccessiva produzione di
prostaglandine, che favoriscono l’infiammazione.
• Fare
del moto quotidiano, attività fisica, costante ma leggera.
• Quando
abbiamo problemi osteo-articolari dobbiamo trattarli nell’immediato con
manipolazioni Osteopatiche, in modo da recuperare il movimento.
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