giovedì 27 febbraio 2014

LINFOTAPING

Linfotaping 

Per "Linfotaping" si intende l’applicazione sulla cute di un particolare nastro adesivo, avente peculiari caratteristiche, al fine di conseguire un effetto drenante
.
Con questo termine si indica altresì l’utilizzo della tecnica denominata "Taping neuromuscolare" (TNM) in ambito linfologico.
Tape è il vocabolo inglese che traduce il sostantivo italiano "cerotto"; infatti questa metodica si basa sull’utilizzazione di un cerotto in tessuto (cotone) adesivo, che viene applicato sulla cute pulita e (almeno parzialmente) depilata.

E’ importante sottolineare che il TNM non è impregnato e, di conseguenza, non rilascia, nessuna sostanza o farmaco, ma stimola i naturali processi di guarigione dell’organismo, agendo per effetto meccanico. D’altra parte, il TNM può, per certi aspetti, avere funzioni simili ad un bendaggio, senza peraltro dar luogo ad una compressione: infatti "sostiene" senza "comprimere ", rafforza, stabilizza e "contiene" senza "limitare" l’escursione articolare.

Il TNM viene applicato lungo un percorso ben preciso, muscolare, tendineo o cutaneo secondo i fisiologici deflussi linfatici, al fine di "creare spazio" a livello interstiziale.

La tecnica del TNM nacque nel 1978 sulla base di una semplice ma geniale intuizione del chiropratico giapponese Kenzo Kase, il quale applicò un cerotto su un muscolo, ottenendo un miglioramento della prestazione dello stesso, partendo dal presupposto di utilizzare la possibilità di assistenza "esterna" alla muscolatura, realizzata tramite un nastro adesivo che ottimizzava il funzionamento del muscolo stesso.

La tecnica è semplice, ma efficace; e si esplica attraverso 2 aspetti:

1. il ( corretto ) metodo di applicazione
2. l’utilizzo di un nastro adesivo avente caratteristiche ben precise.

Linfedema al dorso in paziente mastectomizzata

Molteplici possono essere gli obiettivi che si vogliono conseguire con l’ utilizzo del TNM.:

decompressione della cute (ad es. in caso di una cicatrice con retrazione)
decompressione del sistema Nervoso (ad es. in caso di lombo sciatalgia)
decompressione della muscolatura (per es. in caso di contratture muscolari)
decompressione del sistema linfatico (ad es. in caso di edema)
decompressione del sistema circolatorio sanguigno (per es. in presenza di un ematoma)
decompressione e / o stabilizzazione delle strutture tendinee e legamentose (per disinfiammare e decongestionare)
decompressione delle articolazioni
sostegno della muscolatura, per aumentarne potenza e stabilità
stabilizzazione delle articolazioni.

L’utilizzo del TNM nell’ambito linfologico risale al 2000 e si rifà sempre al presupposto di utilizzare un’assistenza esterna ai sistemi vascolari linfatico e circolatorio per migliorarne il funzionamento.

Il Linfotaping garantisce libertà di movimento, ben si combina con altre tecniche (come il Linfodrenaggio manuale secondo Vodder), esplica un effetto drenante 24 ore su 24, si può utilizzare nell’ambito riabilitativo anche durante la fase acuta, si applica sopra e lungo il decorso delle vie linfatiche incrementandone il funzionamento, si attiva con il movimento e previene un’eccessiva congestione.

Il tape può essere lasciato in loco per 4 / 5 giorni fino ad un massimo di una settimana; è generalmente ben tollerato, di rado provoca reazioni, come prurito e/o arrossamento, dovuti all’ostruzione dei pori: in tal caso è sufficiente rimuoverlo.

Pur potendolo considerare una tecnica di bendaggio, questo nuovo approccio terapeutico non dà compressione di cute, fasce o muscoli e, di conseguenza, non limita o riduce il movimento, né ostacola il fisiologico defluire di sangue e linfa.

Il TNM svolge effetto drenante e, al tempo stesso, analgesico.
La sua efficacia è attivata dal movimento, che "fa grinzare" il cerotto.Le grinze, associate alla particolare maniera "ad onde" in cui la colla è spalmata sul tape, producono circonvoluzioni ed inducono un effetto di decompressione della cute e delle strutture vascolari che in essa si trovano, migliorando il microcircolo e stimolando i meccanorecettori recettori del contatto), antagonisti dei nocicettori ( recettori del dolore ).

Secondo la teoria del cancello (o Gate Control, Melzak e Wall, 1966) la stimolazione dei meccanorecettori di una zone dolente esercita un effetto inibitore sulla trasmissione del dolore, arrestandola (o inibendola parzialmente, nel caso il dolore sia molto marcato) a livello del midollo spinale ed impedendole così di pervenire a livello cerebrale, dove il dolore diventa cosciente.

I microscopici sollevamenti della pelle prodotti dal tape riducono la pressione interstiziale e permettono alla linfa di fluire più liberamente.

L’utilizzo del Linfotaping in Riabilitazione mira a:

migliorare la circolazione sanguigna e linfatica
drenare le congestioni
rimuovere l’accumulo di carico di pertinenza linfatica presente nel tessuto interstiziale
ridurre l’infiammazione ed il calore
ridurre il dolore cutaneo e muscolare
ridurre l’affaticamento della muscolatura, grazie alla rimozione degli accumuli di acido lattico e di tossine in essa presenti
ridurre gli edemi
facilitare il drenaggio degli ematomi
ammorbidire le zone fibrotiche
incrementare la libertà di movimento e l’ampiezza articolare.

CARATTERISTICHE DEL TAPE
Il tape è costituito da fibre di cotone associate a fibre elastiche; è estensibile solo in lunghezza; ha spessore ed elasticità simili a quelli della pelle; si lascia estendere fino a circa il 40% della sua lunghezza ed è preteso sulla carta di circa il 10%; resiste all’acqua; esplica un’efficacia costante per tutto il tempo in cui resta applicato; non rilascia alcuna sostanza; non lascia residui; agisce per effetto biomeccanico; non ostacola la traspirabilità cutanea; è adesivo grazie alla presenza di una colla acrilica, anallergica e sensibile al calore; non contiene lattice; esiste in diversi colori.

FORME
Il tape può essere tagliato in svariate forme, in genere le più adatte all’utilizzo in ambito linfatico sono quelle a più braccia (X, Y o ventaglio), poiché tanto più sottili sono le strisce (e quindi, tanto minore la cosiddetta "presenza" del tape), tanto maggiore sarà l’effetto drenante e di decompressione a livello cutaneo.
La possibilità di utilizzare varie forme permette l’ideale adattamento alle diverse parti del corpo, anche in presenza di piccole articolazioni o di salienze ossee.

APPLICAZIONE
L’ancoraggio del tape non deve mai essere applicato sulle stazioni linfonodali poiché genererebbe una certa compressione, ma al di sopra di esse al fine di ottenere una sorta di effetto di suzione verso la stazione linfatica tributaria della zona in oggetto.

Alle estremità non si deve esercitare nessuna trazione.

Per aumentare l’aderenza è consigliabile arrotondare i margini e ridurre al minimo indispensabile il contatto con il lato adesivo da parte delle dita di chi lo applica.

La cute del paziente sarà asciutta e pulita, possibilmente depilata e detersa senza l’uso di alcool.

Nell’ambito linfatico, solitamente si deve procedere all’applicazione posizionando la zone interessata in massimo allungamento muscolare ( naturalmente rispettando i limiti fisiologici e la possibilità di escursione articolare del paziente ) o, dove questo non sia possibile, trazionando la pelle in direzione opposta rispetto alla direzione di applicazione del cerotto.

Il tape esercita un’azione traente sulla cute e sulle fibre collagene in essa presenti, tali fibre sono in relazione con le fibrille di ancoraggio che mantengono pervio il lume dei capillari linfatici. Ne deriva lo scostarsi delle cellule endoteliali che costituiscono la parete degli stessi ed il conseguente ingresso del carico di pertinenza linfatica nel sistema linfatico.

E’ ottimo anche l’effetto sulle cicatrici, sia in presenza di ipertrofia e cheloidi, che in caso di cicatrici particolarmente infossate, anche in presenza di aderenze e retrazioni
Singolarmente o in associazione con il Linfodrenaggio manuale e la Terapia di decongestione complessa (TCD ), il Linfotaping si usa:

in presenza di linfedema al tronco, specie nella riabilitazione post-mastectomia e comunque per avere un buon effetto drenante in casi particolarmente "difficili", ove siano state interrotte le fisiologiche vie di deflusso linfatico e si debbano utilizzare percorsi linfatici secondari.
in pazienti ricoverati o allettati, nei quali la prolungata immobilità provoca, tra l’altro, deficit della pompa ausiliaria rappresentata dalla contrazione muscolare durante il movimento. Il TNM riduce la pressione sulle stazioni linfonodali velocizzando la rimozione di edemi.
nella fase post operatoria degli interventi di chirurgia anche estetica al viso o al corpo
nella fase post – traumatica per drenare più rapidamente edemi, ecchimosi, ematomi.

giovedì 6 febbraio 2014

Osteopatia e sciatalgia

Osteopatia e Sciatalgia

Sciatalgia o Sciatica è il termine medico utilizzato per descrivere quel dolore causato dalla compressione o irritazione del nervo sciatico o di una delle cinque radici spinali che danno origine al nervo sciatico. Il dolore è percepito nella colonna lombare, nel gluteo o in varie parti della gamba e del piede. Oltre al dolore, a volte intenso, possono essere presenti intorpidimento, debolezza muscolare, formicolii e difficoltà nel muovere o contrallare la gamba.
La sciatalgia è generalmente causata dalla compressione dei nervi L4, L5, S1, S2, S3 o del nervo sciatico stesso. Questa compressione può avvenire a causa di protrusione, ernia del disco, disallineamento delle vertebre, etc. L'infiammazione o la rottura del disco può essere dovuta ad un aumento di peso eccessivo, esercizi fisici ripetitivi, gravidanza, lesioni dei legamenti che circondano il disco, etc. Inoltre sintomi simili alla sciatalgia possono essere causati da compressioni periferiche del nervo, come la eccessiva tensione nel muscolo piriforme (sindrome del piriforme).
Trattamento Osteopatico per la Sciatalgia
Il trattamento osteopatico per la sciatalgia mira a ridurre la pressione e il gonfiore intorno al disco che a sua volta comprime la radice del nervo sciatico. Inoltre il trattamento aiuterà a ridurre l'eccessiva tensione di alcuni muscoli che possono comprimere ulteriormente il nervo sciatico.
L'osteopata potrà inoltre consigliare vari esercizi per permettere di mantere i benefici ottenuti nel tempo.

lunedì 3 febbraio 2014

TAPING NEUROMUSCOLARE

Il Taping Neuro muscolare viene usato per trattare diverse patologie tra le quali:

- edema con nodi linfatici
- edema con ridotta funzionalità dei linfonodi
- tessuti cicatriziali
- edema a seguito di operazioni chirurgiche
- edema a seguito di un trauma
- alluce valgo
- traumi costali
- strappi muscolari
- sindrome di Rett
- sclerosi multipla
- miglioramento delle contrazioni muscolari
- indebolimento ed affaticamento dei muscoli
- lesione dei muscoli
- rafforzamento di tendini lesionati
- per ridurre l’infiammazione muscolare
- migliorare la circolazione sanguigna
- migliorare il drenaggio linfatico
- risolvere numerosi problemi a carico delle articolazioni con notevole riduzione del dolore sia a carico dei muscoli che delle articolazioni
- aumento della circolazione sia sanguigna che linfatica
- aumenta la ROM
- elimina l’eventuale emorragia tra il muscolo e la pelle
- accelera la capacità del corpo di auto guarirsi
- patologie a livello del tendine quali il tendine di Achille e il tendine flessore dell’alluce
- problemi alla cartilagine
- disturbi al menisco
- borsiti
- lombalgie
- dolori alla cervicale

Pertanto Il Taping Neuro Muscolare ha più funzioni, ovvero quella muscolare, linfatica, articolare e sensitiva. Infatti è in grado di determinare il normale movimento dei diversi tessuti, quali il tessuto connettivo, rendendolo maggiormente elastico ed intervenendo sui movimenti tanto da riequilibrare la presenza di acqua e di GAG; le articolazioni, che vengono stimolare tanto da produrre una pressione al loro interno utile a creare liquido sinoviale ed elementi nutritivi e sostanziali per la cartilagine; i muscoli, che grazie alla tensione meccanica vengono rigenerati e rafforzati; i legamenti, che in seguito ai movimenti determinati dal bendaggio influiscono sulle loro qualità biomeccaniche e istologiche; i tendini, che a seguito di una maggior mobilizzazione ottengono una più elevata forza di tensione e di conseguenza diventano meno soggetti a possibili rotture

La tecnica Taping Neuro Muscolare, utilizza nastri elastici, di tipo standard o impermeabili, che non contengono fibra di lattice, ma sono fatti di puro cotone di elevata qualità con un tessuto a trama speciale che lascia traspirare la parte su cui vengono applicati, inoltre sono molto leggeri tanto che il loro spessore è simile a quello dell’epidermide. Il nastro si fissa grazie alla presenza di uno strato di adesivo che si attiva con il calore del corpo, permettendo l’eliminazione del sudore. Il tessuto molto raramente produce effetti di irritazione o allergie anche se questo viene utilizzato spesso e in modo continuativo. Altra caratteristica positiva è che il cerotto elastico non contiene alcun tipo di farmaco, pertanto viene mantenuto sulla parte da trattare anche per alcuni giorni consecutivi senza dare origine a nessun effetto collaterale.
Per intervenire su problemi linfatici, il nastro dopo essere stato applicato, darà origine
al movimento del corpo con il sollevamento della pelle effettuato con un sistema ondulatorio, quindi si asseconda e spesso si amplia lo stiramento o la contrazione creando un effetto pompa. In questo modo si ottiene un miglioramento della fluidità delle fibre presenti tra le cellule interstiziali, tra il tessuto endoteliale, dei linfangi e i filamenti del connettivo. Questa proceduta permette di perfezionare la circolazione linfatica riuscendo a renderla molto più scorrevole e fluida, permettendo così il trasporto della linfa lungo il flusso delle circolazione. Si otterrà in questo modo un drenaggio ininterrotto per tutto il tempo del trattamento, mentre il paziente potrà tranquillamente muoversi senza nessuna difficoltà.

giovedì 30 gennaio 2014

PERCHÉ CONSIGLIARE L’OSTEOPATIA IN GRAVIDANZA?

PERCHÉ CONSIGLIARE L’OSTEOPATIA IN GRAVIDANZA?

Il terreno, ossia l’utero prima e il pavimento pelvico poi, sono la componente determinante per lo sviluppo del feto e la sua successiva espulsione (parto).
Spesso ci si dimentica che il parto è un gesto di notevole atleticità per la donna e si deve calcolare sempre una componente di rischio!! Ma ciò non giustifica la sua eccessiva medicalizzazione. A mio avviso bastano certi piccoli accorgimenti quali: rimanere in forma fino al nono mese (guai poltrire davanti alla TV!!) ed essere seguiti da un osteopata qualificato, oltre a seguire i consigli delle ostetriche e dei ginecologi, per avere un parto il più naturale possibile.

Essendo dunque un gesto atletico a tutti gli effetti, necessita di una preparazione fisica e psicologica ottimale.

Spesso si pensa che il taglio cesareo sia il parto meno traumatico, ma ricordiamoci invece i rischi elevatissimi per mamma e bebè (5.3/10.000 quasi come per gli incidenti stradali annui) e il fatto che il bambino non subisce il naturale processo di spremitura, passando improvvisamente alla pressione atmosferica. Il cesareo è dunque un intervento a tutti gli effetti e va fatto, a mio avviso, nel momento in cui si evidenziano delle difficoltà per il nascituro o per la neo-mamma, altrimenti va il più possibile evitato!
Il passaggio della testa del bambino nel canale del parto è più che naturale, il cranio è strutturato in maniera da assecondare i movimenti di contrazione dell’utero grazie alla sua grande elasticità (vedi fontanelle).

Il pavimento pelvico invece, con la sua struttura complessa muscolare e fasciale, gioca un ruolo fondamentale nell’espulsione: deve cedere senza lacerarsi e permettere il naturale movimento di rotazione del bambino.

Le lacerazioni che avvengono sono dovute a rigidità o asimmetrie del bacino, causate, per esempio, da una banale caduta sugli sci avvenuta da bambina, o un incidente automobilistico, tutte cose che vengono trascurate ma che invece possono determinare una rigidità tale da rendere il passaggio del bambino difficoltoso (vedi per esempio i bambini yo-yo: questi bambini sono intrappolati nel canale del parto e vengono spinti contro una parete che non cede, determinando addirittura una loro risalita!).

Senza poi considerare le gravi conseguenza che si possono avere in seguito a lesioni del pavimento pelvico (perdite urinarie, incontinenza e spotting fecali, prolassi uterini, vescicali, rettali…) che comportano, per la donna, grave disagio.

L’OSTEOPATA COSA PUÒ FARE?

Riequilibrare tutta la struttura seguendo mensilmente la neo-mamma fino al giorno prima o stesso, del parto.
Ad esempio in Francia, l’osteopata è presente in sala parto in quanto agendo immediatamente sul sacro è in grado, con una rapida manovra, di risistemare la struttura, purtroppo in Italia le cose stanno diversamente, quindi niente osteopata in sala!!
Anche l’utero va preparato, infatti si consiglia di andare dall’osteopata ancora prima che la donna sia gravida, in quanto agendo per tempo, in poche sedute e con poco sforzo, si riesce a creare la situazione ottimale per una gravidanza serena e un parto naturale!



E DOPO CHE È AVVENUTO IL PARTO?

È sempre meglio trattare mamma e bebè dopo il parto, ripeto il parto è un gesto impegnativo per entrambi!! Una controllata non guasta mai! Fin da subito!
Le tecniche osteopatiche sono dolci e rispettose dei tessuti cedevoli del bambino, torsioni che si creano per via di una difficoltà durante il parto o semplicemente perché si sono create, si ripercuotono nel suo sviluppo equilibrato. Agendo per tempo si possono evitare situazioni fastidiose che una volta strutturate ci vogliono molte più sedute e più tempo per distendere e risolvere (mal di testa, tensioni unilaterali, coliche dell’infante, ecc).

lunedì 27 gennaio 2014

OSTEOPATIA VISCERALE

OSTEOPATIA VISCERALE Molte persone hanno sentito parlare dell’efficacia dell’approccio Osteopatico per il dolore ai muscoli e alle articolazioni per il dolore al rachide o al collo. Talvolta è necessario trattare alcune zone del vostro corpo che non hanno una relazione ovvia ai sintomi che voi sentite. Questa pagina vuole mostrare i diversi modi di trattare il vostro corpo usando le tecniche specifiche di Osteopatia Viscerale.Qualunque sia la condizione di salute che vi porta dal vostro Osteopata potrebbe avere anche una componente viscerale. Talvolta è necessario trattare alcune zone del vostro corpo che non hanno una relazione ovvia ai sintomi che voi sentite.LE VISCEREPer Viscere ci si riferisce agli organi e alle loro membrane soffici. Le Viscere hanno superfici scivolose e sono attaccate alle pareti delle cavità corporali e alla colonna vertebrale dai legamenti. Ogni volta che il vostro rachide si muove gli organi a esso attaccati devono per forza muoversi. Gli organi interni devono permettere al tronco di inchinarsi e girarsi e al diaframma di muoversi durante la respirazione. Gli organi si muovono in certe maniere, determinati dai legamenti che gli sostengono. Le aderenze e le tensioni possono alterare o restringere questi movimenti e stressare gli organi e la loro funzionalità. Se una vostra Viscera non è capace di muoversi opportunamente questa condizione creerà rigidezza o dolore in qualunque parte del vostro corpo. Se voi potete sentire qualche scricchiolio e sentire dolore in un movimento normale questo è un segno che voi siete a rischio. Quanto più tempo passa in questa condizione, tanto più grande sarà lo sforzo del vostro corpo.RESTRIZIONI VISCERALIVoi potete vedere le restrizioni viscerali riflesse nella vostra postura. Quando un organo non può più muoversi normalmente esso crea punti anormali di tensione che il vostro corpo ora deve spostare. Questo può succedere gradualmente e soltanto quando qualcuno vi racconta che non siete più in posizione eretta è il momento che vi rendete conto che siete irrigiditi e che alcuni movimenti vi sono difficili. Quando avete tensione nella parte anteriore del vostro corpo questo vi fa piegare in avanti. Quando la tensione è da un lato vi fa sentire girati verso quel lato. C’è un detto in Osteopatia Viscerale che dice che “il corpo aderisce alla lesione”. Questo significa che una persona sembrerà come se cercasse di avvolgersi intorno all’area tesa.PERCHE' QUESTO SUCCEDE?Ci sono vari modi in cui le restrizioni viscerali possono succedere:- Dopo una chirurgia, mentre una ferita guarisce questa può formare tese aree cicatriziali. La cicatrice può essere profonda, siccome ci vogliono mesi oppure un anno per formarsi, queste aree di tensione e aderenze spesso passano inosservate.- Infezioni da batteri o virus, quali polmonite o influenza possono danneggiare gli organi e le membrane a livello cellulare(pleuriti, pericarditi etc). I pazienti sono spesso stupiti durante il trattamento di Osteopatia Viscerale di sentire sensazioni che ricordano loro di quando sono stati ammalati tanto tempo prima.- Il Viscere può essere danneggiato, il vostro corpo subisce un trauma, ad esempio un tamponamento in macchina. Lo shock da cintura di sicurezza può attraversare il vostro petto e essere sentita nello stomaco, cuore e rene sinistro. - Voi potete essere nati con un organo danneggiato o con una condizione come la sclerodermia. Anche se tale condizione possa essere incurabile, cioè non trattabile, è comunque utile e possibile trattare altre aree per migliorare la vostra salute generale e aiutarvi a compensare più facilmente.

mercoledì 22 gennaio 2014

COMBATTERE LA SINUSITE CRONICA CON L'OSTEOPATIA

COMBATTERE LA SINUSITE CRONICA CON L'OSTEOPATIA

Con la stagione invernale arrivano le malattie da raffreddamento, l' origine può essere anche di tipo allergico. Per qualcuno però il raffreddore si trasforma piano piano in sinusite cronica determinando un grosso dolore alla fronte!

La sinusite cronica è un'infiammazione che provoca dolore e che è importante capire come combattere, può aumentare di volume e produrre secrezione e catarro creando il terreno fertile per un'infiammazione batterica, la quale si avverte con dolore pulsante, ma troppe volte è difficile sapere come farlo smettere.

La sinusite cronica si manifesta con dolore accompagnato da febbre e debolezza generale, la quale in presenza di tosse cronica si può trasformare anche in bronchite cronica, soprattutto nei bambini, soprattutto nelle forme di sinusite acuta dovuta principalmente ad un'infezione batterica, mentre nella sinusite cronica i sintomi sono più blandì: cefalee ricorrenti, infezioni delle prime vie aeree.

L'osteopatia è un primo mezzo importante per capire come combattere il dolore dato dalla sinusite sia acuta che cronica.

Per combattere il dolore dato dalla sinusite acuta si prescrivono antidolorifici e antinfiammatori come il cortisone, mentre la sinusite cronica si può combattere con l'osteopatia.
La sinusite cronica può dipendere da un'alterazione delle prime vertebre cervicali così afferma un osteopata, la circolazione sanguigna all'interno della testa e del collo rallenta e l'eliminazione delle scorie è bloccata.

Sorgono quindi ripetutamente infiammazioni ed infezione dei setti paranasali, con l'osteopatia si può riequilibrare la struttura ossea e della circolazione, risolvendo definitivamente il problema.
In una prima visita l'osteopata chiederà l'origine del disturbo, da quanto tempo dura , con quale sintomatologia si manifesta e quanto forte è il dolore.

L'osteopata a questo punto si farà guidare dalla sensibilità delle sue mani, verificando la mobilità delle ossa del cranio, simmetria , determinando quindi origine della sinusite cronica, spesso una persona che soffre di sinusite cronica ha un cranio disarmonico fin dalla nascita dati da problema di parto, aiutandoti a capire come combattere il dolore.

E' importante anche capire come l'alterazione va ad influire sul flusso della circolazione sanguigna e del liquido cefalo - rachidiano che circola attorno al cervello e lungo il midollo spinale, secondariamente il terapeuta dell'osteopatia appoggia le mani sulle spalle verificando che la circolazione venosa, arteriosa e linfatica sia corretta;
Seguendo le dovute cure per la sinusite cronica capita che il miglioramento sia immediato a volte il dolore si riacutizza per poi migliorare nell'arco di qualche ora, ci sono persone poi che reagiscono alla cura con l'osteopatia dopo diverse sedute.

Fortunatamente ogni persona è diversa da un'altra, così come la capacità di affrontare psicologicamente il dolore e i vari disturbi che la sinusite cronica regala, per cui anche la reazione alle cure dalla sinusite per quanto con l'osteopatia è diversa!

mercoledì 15 gennaio 2014

VERTIGINI E OSTEOPATIA

DOTT.SSA LIVIA VICENTINI
Www.vicentini-osteopatia.it

vertigini

PATOLOGIEVERTIGINE E DISTURBI DELL'EQUILIBRIOAPPROCCIO OSTEOPATICO ALLA VERTIGINEI principi e le pratiche Osteopatiche forniscono soluzioni ai disturbi da vertigine ai quali i medici allopatici non sono stati in grado di risolvere.La Vertigine è uno dei disturbi più comuni che si presenta allo studio di un medico di primo-soccorso. Questo disturbo è particolarmente attivo tra la popolazione in età geriatrica. La vertigine nella vecchiaia può essere debilitante e può portare a disturbi dell’andatura, squilibrio e diminuzione della mobilità.La vertigine dovrebbe essere distinta dal capogiro. Mentre il capogiro è di solito relazionato a un’origine metabolica o perfino cardiaca, la vertigine è un problema dell’otoiatria o neurologico. La diagnosi differenziale della vertigine è alquanto ampia e può comprendere anormalità psicologiche così come strutturali. La labirintite virale e la neurite vestibolare sono cause comuni della vertigine. La differenziale può anche includere la malattia di Meniere, vertigine posizionale benigna, emicrania, sclerosi multipla e neuroma acustico. Inoltre, le lesioni osteopatiche del tratto cervicale contribuiscono alle cause della vertigine. La popolazione anziana, a causa dell’alta incidenza di lesioni cervicali, è soggetta alla vertigine cervicale. Bracher e colleghi affermano che “Il termine vertigine cervicale è stato introdotto nel 1955 da Ryan e Cope ed è diventato, dopo la cupulolitiasi, la causa di vertigine più comunemente diagnosticata.VALUTAZIONELa valutazione della vertigine dovrebbe includere un’anamnesi generale e l’esame fisico. Un’anamnesi pertinente includerebbe la durata, il periodo di manifestazione ed i fattori precipitanti, tali come un cambiamento della posizione, perdita dell’udito, disturbo dell’andatura e cambiamenti neurologici unilaterali dovrebbero richiamare l’attenzione durante l’anamnesi. Esami di laboratorio basici che comprendano una serie da elettrolito, glucosio, lipidi e tiroide sono importanti per differenziare il capogiro dalla vertigine. L’esame fisico dovrebbe includere un esame neurologico completo così come una valutazione Osteopatica del tratto cervicale. Ulteriori esami possono includere un audiogramma e un elettronistagmogramma; RMN o TAC sono utili alla diagnosi dei neuromi acustici. E’ importante notare che la vertigine nella vecchiaia può essere relazionata a una disfunzione vestibolare o come un risultato di una medicazione. Una valutazione attenta della medicazione del paziente è vitale durante l’anamnesi. La valutazione del tratto cervicale dovrebbe comprendere test attivi come passivi. Con il paziente in posizione seduta, bisogna lasciarlo muovere attivamente nei movimenti, quindi valutare tutti i campi di movimento includendo la rotazione, flessione, estensione e piegamento laterale. Bisogna prestare attenzione a qualsiasi sbadataggine o stordimento viene prodotto dal movimento. In seguito si valuteranno i muscoli del collo, lo sternocleidomastoidei, gli scaleni e il trapezio, annotando i cambiamenti dei tessuti, tender point e asimmetrie. La stessa procedura di analisi verrà applicata durante di movimento passivo negli stessi campi.Importante è palpare la posizione dell’occipite così come la traslazione laterale dell’atlante ed esaminare le eventuali restrizioni della rotazione dell’atlante. Per poi valutare più in basso il rimanente tratto cervicale palpando, le vertebre cervicali inferiori, valutando la loro flessione ed estensione così come la traslazione laterale e la rotazione.TRATTAMENTOIl trattamento della vertigine dovrebbe essere direzionato alla causa. Esistono pochi trattamenti efficaci per la vertigine posizionale benigna. L’abituarsi ad esercizi che ricreano i sintomi tendono a diminuire la vertigine, ma spesso non sono tollerati nella vecchiaia. La labirintite acuta è spesso trattata farmacologicamente.Comunque, queste assunzioni di farmaci possono causare eccesso di secchezza delle fauci e sonnolenza, in special modo nella vecchiaia. Il trattamento della malattia di Meniere include restrizioni di sodio, diuretici e occasionalmente ansiolitici. Il trattamento della vertigine cervicale è direzionata verso la correzione della lesione osteopatica.Possono essere applicate tecniche dirette come indirette per ridurre la restrizione. Comunque, i metodi di alta velocità e bassa ampiezza nel tratto cervicale in pazienti anziani non sono raccomandati. Le tecniche di energia muscolare e dei tessuti soffici sono alquanto utili per ridurre lo spasmo dei muscoli dello sternocleidomastoideo, degli scaleni, paracervicali e del trapezio. La tecnica di counterstrain e il rilascio legamentoso articolare possono fornire una riduzione eccellente e tollerabile della restrizione delle vertebre cervicali. Comunque, la manipolazione più utile e efficace della vertigine cervicale è una combinazione di varie modalità, inclusa l’abilità del paziente di collaborare.VERTIGINE OTOLOGICALa vertigine è un problema comune nella popolazione anziana. In paragone alle persone più giovani, la vertigine negli anziani è più persistente, ha più cause, è meno probabile che sia causato da un problema psicologico ed è più incapacitante (Davis L, 1994). Le due fonti principali della vertigine in persone anziane sono l’orecchio (vestibolare periferico) e il cervello.Le cause della vertigine possono essere divise in cinque categorie principali:1) otologico; 2) centrale; 3) medico; 4) psicogenico; e 5) non localizzato.VERTIGINE PAROSSISTICA POSIZIONALE BENIGNA (VPPB)Ipotesi corrente che riguarda la patogenesi di VPPB (Vertigine Parossistica Posizionale Benigna)I detriti otoconiali rimossi dall’otricolo si spostano al fondo del canale semicircolare posteriore. Le manovre di trattamento trasferiscono i detriti da questa posizione di nuovo all’area dell’otricolo (il vestibolo). Le cellule scure in tal modo possono sciogliere i detriti otoconiali.Per realizzare le manovre di Brandt-Daroff, si impiegano trenta secondi in ognuna delle posizioni presentate. Cinque ripetizioni di questi esercizi dovrebbero essere eseguite ogni mattina e ogni sera per tre settimane. Più della metà dei pazienti con vertigine di causa periferica soffrono di VPPB. Il disturbo risulta dagli effetti di piccoli cristalli (otolite o canalite) che si sono rimossi e hanno migrato dalla loro posizione normale nell’otricolo al canale semicircolare, dove provocano sensazioni intense, in sviluppo, di movimento seguito da cambiamenti della posiziona della testa. Teoretico appena proposto, questo meccanismo di azione è oggi ampiamente accettato; è stata dimostrata l’esistenza di questi cristalli nel canale semicircolare dei pazienti colpiti e l’efficacia delle strategie di trattamento che mirano alla manipolazione dell’otolite, il quale viene spostato nuovamente verso l’otricolo.I pazienti con VPPB riferiscono una manifestazione improvvisa della vertigine associata a movimenti specifici della testa, tali come uno rotolarsi sul letto, inchinarsi sopra o guardare in alto verso uno scaffale alto. Questo tipo di vertigine è breve, di solito dura meno di un minuto, ma ricorrerà tipicamente ogni volta che il movimento che la provoca viene ripetuto. Inoltre, non ci sono sintomi auditivi associati, tali come diminuzione dell’udito o tinnito.La diagnosi di VPPB è confermata tramite la manovra test Dix-Hallpike. In questa manovra, il paziente è abbassato da una posizione seduta a una distesa, con la testa girata a 45 gradi rispetto alle spalle. Questo movimento si ripete con la testa girata dall’altra parte. Ciò dovrebbe sicuramente provocare vertigine e nistagmo quando l’orecchio sofferente è direzionato verso il basso.

domenica 12 gennaio 2014

CURA DEL TRATTO CERVICALE

CURA DEL TRATTO CERVICALE La manipolazione del tratto cervicale è una procedura Osteopatica di grande precisione e poco conosciuta. Questa manipolazione corregge la posizione delle vertebre della parte superiore del rachide che comprende le prime due vertebre, l’Atlante (C1)e l’Asse (C2), e l’Occipite (C0).Correggendo l’inclinazione, lo spostamento o la rotazione di queste vertebre, il corpo diventa capace di far fronte in maniera migliore ai vari problemi o ad eliminare completamente le numerose condizioni patologiche innescate dal mal posizionamento dei due suddetti segmenti vertebrali.L’Atlante è una vertebra dalla forma particolare rispetto tutte le altre del peso di circa 55 gr. Decine di miliardi di fibre nervose dal Tronco Encefalico “viaggiano” attraverso la piccola apertura nell’Atlante e scorrono giù nella colonna spinale. A causa delle misure ridotte del forame dell’Atlante in stretta vicinanza con il tronco encefalico, se l’Atlante si sposta dalla sua posizione anche se solo la frazione di un grado, come conseguenza possono risultare due cose molto gravi:SQUILIBRIO DEL CORPO Quando l’Atlante e/o l’Asse, rispetto all’Occipite, sono fuori dalla loro posizione anatomica, la testa si sposta fuori dal centro del corpo. Questo crea uno squilibrio corporeo dalla testa alla punta delle dita dei piedi. La maggior parte del peso viene trasferito su un lato del corpo piuttosto che l’altro. Se queste vertebre sono inoltre ruotate dalla loro posizione esse possono ruotare l’intera struttura spinale, includendo anche la pelvi, così che una gamba diventerà più corta rispetto l’altra. Continuare a mantenere l’Atlante in posizione scorretta è una situazione pericolosa per tutto l’intero organismo non solo quello osteo-muscolare-articolare ma anche per tutti quelli aspetti neurologici e di funzionalità viscerale, perché i volumi interni (micro e macro) sono tutti alterati a causa dello squilibrio del corpo reiterato nel tempo. Quando le vertebre, che nel loro insieme costituiscono la colonna vertebrale, sono nella corretta posizione, i pesi sono distribuiti in modo equanime fra i vari elementi scheletrici.Quando l'Atlante non si trova nella sua corretta, naturale posizione, e questo è sempre dimostrabile, abbiamo una differenza nella distribuzione dei pesi fra le diverse parti simmetriche dello scheletro che causa uno spostamento dell'asse verticale del corpo rispetto a quello imposto dalla forza di gravità.Nel tentativo di mantenere l'equilibrio, sviluppiamo delle tensioni muscolari permanenti che assorbono una considerevole quantità di energia, con conseguente comparsa di sintomi di diverso genere. Con il passare degli anni i sintomi diventano sempre più evidenti.RESTRIZIONE O DISTORSIONE DEI MESSAGGI CEREBRALI ALLE DIFFERENTI PARTI DEL CORPO Il secondo grave risultato di un Atlante e/o Asse fuori posto rispetto all’Occipite, è la restrizione o distorsioni dei messaggi critici dal cervello a tutte le parti del corpo. Ogni cellula, organo, tessuto che non riceve un’adeguata energia nervosa e comunicazione dal cervello soffrirà e degenererà. Un Atlante che ha perso la propria posizione anatomica può costringere o distorcere gli appropriati messaggi del cervello verso gli organi e gli arti attraverso tutto il corpo. Voi potreste avere mal di piedi o soffrire di reni, ma le cause del problema non sono queste due zone, ma se avete un Atlante sublussato è lui la causa. Se l’Atlante rimane sublussato per anni può portare alla degenerazione degli organi, muscoli e cellule tissutali. Nel tempo, ciò può diventare molto grave, tutte quelle sintomatologie minime che negli anni avete sottovalutato vi avevano indicato che c’era un problema.L’UNICA SOLUZIONE E' LA RIDUZIONE DELLA SUBLUSSAZIONE DELL'ATLANTE E DELL'ASSE RISPETTO ALL'OCCIPITE.Il ripristinare la posizione anatomica dell’Atlante è eseguita attraverso una precisa e delicata manovra osteopatica che solo mani esperte possono fare ed è consigliato a fidarsi.Negli anni vari sono stati i metodi utilizzati per cercare di ridurre la sublussazione dell’Atlante e dell’Asse rispetto all’Occipite, se ne contano più di quindici ma nessuno di questi alla fine è riuscito a dare risultati in tutti i pazienti sofferenti e stabili nel tempo. Per fortuna ora vi è una nuova metodologia che è poco diffusa ma di cui il nostro centro offre a tutti i suoi pazienti la possibilità di trovare sollievo totale alla loro problematica.Vi ricordiamo di non sottovalutare la delicatezza di questa zona del corpo umano e quindi di farvi esaminare e trattare solo da osteopati qualificati. Per informazioni sentitevi liberi di contattarci.I MESSAGGI DEL CERVELLO DIRIGONO TUTTE LE FUNZIONI DEL CORPO Come il risultato del ripristino dell’equilibrio del corpo e dell’appropriata comunicazione tra le differenti parti del corpo e del tronco encefalico, la correzione del Tratto Cervicale Superiore spesso è stata efficace in migliorare in qualche modo, e talvolta eliminare, numerosi disturbi. Lo squilibrio del corpo e la conseguente non corretta comunicazione tra il cervello e corpo possono causare o complicare molti tipi di patologie e disturbi. Le seguenti patologie sono elencante non perché questa procedura possa curarle tutte, ma perché dimostra che il corpo può guarirsi in tanto modi diversi se è dato quello di cui necessita per guarire. Le patologie elencate qui di seguito hanno dimostrato di migliorare, o essere talvolta eliminate, quando i differenti pazienti si sono sottoposti alla correzione del loro Atlante e/o Asse. Ciò non significa che queste condizioni saranno eliminate in tutte le persone che hanno il loro tratto cervicale superiore riallineati. Ciò significa che se la condizione è stata causata o complicata dall’Atlante/Asse fuori posizione, probabilmente la condizione migliorerà o potrà anche essere eliminata una volta che le vertebre sono riposizionate. Le vertebre sottostanti l’Atlante assumono a loro volta una collocazione scorretta. In alcune persone si ha una torsione di tutta la colonna vertebrale.Intorno al midollo spinale, racchiuso da una membrana, scorre il liquido cerebrospinale, con funzione nutritiva, protettiva e di cuscinetto per il midollo stesso. Il liquido cerebrospinale inoltre nutre i dischi intervertebrali. La sua libera circolazione è compromessa dalla posizione non corretta dell’Atlante con le prevedibili conseguenze. Le patologie per poter effettivamente beneficiare del trattamento Manipolativo Osteopatico della riduzione dell’Atlante e/o Asse rispetto l’Occipite o, ancor meglio, avere remissione totale devono essere causate o complicate da una distorsione o blocco della comunicazione cervello-corpo o da uno squilibrio posturale. Se tali patologie sono causate da qualcos’ altro (problemi genetici, infezioni, o altro...) possono beneficiare solo in parte del trattamento suddetto. Inoltre, è possibile anche avere l’Atlante sub-lussato e non accusare alcun sintomo; ciò non significa, in questo caso, che la riduzione della sublussazione non apporti comunque dei benefici all’ intero organismo. Quando è eseguita una correzione del Tratto Cervicale Superiore, l’equilibrio del corpo è ripristinato. Lo stress, la tensione e la pressione dall’ area al di sotto del tronco encefalico vengono rimossi. Ciò riattiva il flusso dei messaggi di guarigione dal cervello all’ area del corpo affetta ristabilendo il processo di auto-guarigione intrinseco in ogni organismo sano. Anche se il disturbo o la patologia di cui soffrite non è nell’ elenco qui sotto, è imperativo che voi vi fate esaminare e diagnosticare il vostro Atlante. Il suo ruolo su tutta la salute è così cruciale che è sempre bene, comunque, indipendente dalla propria sofferenza, correggerlo se ve ne fosse bisogno.

TAPING ELASTICO

La tecnica di applicazione del taping elastico trova la sua massima esplicazione come coadiuvante di varie attività professionali, che operano sia a livello sanitario, parasanitario, rieducativo e sportivo. Il taping elastico viene usato in ambito sportivo, prima, durante e dopo il gesto atletico, applicato con tecniche diverse. Prima e durante per preparare e prevenire i tessuti che saranno maggiormente reclutati nella prestazione, dopo per defaticarli. Nelle terapie manuali e fisioterapiche il taping elastico rappresenta la componente aggiuntiva alle tecniche specifiche utilizzate nella normale professione. Questo metodo è in grado di aumentare gli effetti delle terapie, e prolungante le correzioni effettuate. Nella posturologia le applicazioni di taping elastico, continuano lo stimolo che è stato attivato dalle sedute di rieducazione posturale specifiche. Questo metodo non è da intendersi come vincolo alla posizione ideale, ma come feedback neurologico che stimola le naturali risorse dell’organismo. Nelle patologie circolatorie ha la funzione di favorire il drenaggio dei liquidi in eccesso, attivando una notevole risposta linfodrenante. Questo principio può essere utilizzato in tutte quelle situazioni che generano edema, che siano o meno di tipo traumatologico, e nelle contusioni per velocizzare il processo di redistribuzione dell’ematoma. Nelle patologie vertebrali e nelle rachialgie l’applicazione del taping elastico, oltre a diminuire l’ipertono muscolare tramite una decompressione degli strati tissutali, può avere un buon effetto stabilizzante nelle patologie che lo richiedono. L’applicazione del taping elastico favorisce una migliore circolazione sanguigna e linfatica nell’area trattata, riduce l’eccesso di calore tramite la riduzione di attrito che segue il sollevamento della pelle, e favorisce la rimozione di sostanze chimiche presenti nei tessuti insultati. Il taping elastico deve essere visto come una tecnica aggiuntiva, che favorisce il processo di autoguarigione dell’organismo, e non come una terapia elettiva.

mercoledì 8 gennaio 2014

CONSIGLI UTILI ED IMPORTANTI IN ETA' DI CRESCITA

Consigli utili ed importanti:
- Evitare l'uso del succhiotto,eventuamente scegliere uno anatomico e non a goccia per non "allenare" la lingua in modo errato.La lingua normalmente deve puntare sul palato dietro agli incisivi superiori in questo modo faciliterà la fonazione,la deglutizione,la respirazione,la mormale conformazione del palato e delle arcate dentarie,
l'attegiamento del capo.
- Mai forare la tettarella nell'intenzione di nutrire velocemente il bambino per evitare che il piccolo si difenda dal rischio di annegamento nel latte spingendo la lingua in modo sbagliato per otturare il foro troppo grosso.
- Favorire il gattonamento del bambino
- Acquistare scarpe prive di qualsiasi rialzo.

I bambini in età scolare devono  assumere attegiamenti posturali corretti mentre studiano e leggono;
- i piedi devono poggiare completamente sul pavimento o sulla sbarra poggia piedi;
- gli avambracci devono essere poggiati sul banco;
- il tavolo e la scrivania devono essere della giusta altezza,possibilmente con un piano inclinabile o,con un leggio sul quale appoggiare i libri;
- la schiena deve essere ben poggiata allo schienale della sedia e non curva sul banco;
- gli oggetti che si usano devono trovarsi sul banco ed essere facilmente raggiungibili;
- qualsiasi posizione fissa non deve essere mantenuta a lungo;
- nei bambini lo zaino non dovrebbe superare il 10% del loro peso corporeo e consigliabile trasportarlo con un carrellino o usare uno zaino tipo trolly.

CEFALEA E OSTEOPATIA

In casi di cefalea il trattamento manipolativo osteopatico è particolarmente efficace, non presenta particolari effetti collaterali ed è generalmente ritenuto gradevole per il paziente. Inoltre è particolarmente indicato per chi voglia evitare gli effetti collaterali dei farmaci sintomatici (es. danno alla mucosa dello stomaco) e dei farmaci profilattici (sonnolenza, aumento dell’appetito e del peso).Il trattamento osteopatico si rileva efficace per tutte le cefalee facenti parte del gruppo delle cefalee primarie e le nevralgie primitive. L’approccio dell’Osteopata al paziente affetto da cefalea è olistico, cioè tiene conto di tutto il corpo e non solo della testa, perché la causa, o concausa, può risiedere altrove. Tale approccio è necessariamente individuale, mirato sulle problematiche della persona, in presenza dei sintomi della cefalea. L'Osteopatia classifica le cefalee nel seguente modo:cefalee meccaniche di tipo miotensivo cioè determinate dalla tensione dei muscoli cervicali o dorsali alticefalee legate alla cavità buccale in relazione con problemi mandibolaricefalee legate a problemi sinusoidali provocati dalla congestione dei seni paranasali e frontalicefalee dipendenti da esiti di colpi di frusta (Wiplash) che porteranno ad una modificazione dell' atteggiamento posturalecefalee circolatorie dipendenti da disfunzioni del sistema arterioso o venoso cranicocefalee nervose legate a problematiche riguardanti nervi cranici quali il trigemino il cui territorio d'innervazione investe la fronte, le orbite, gli zigomi ed ha relazioni con patologie dentalicefalee di origine oculare in relazione con l'accomodazione del cristallino (nevralgia di Arnold) o in relazione con i muscoli dell' oculocefalogiria quali gli sternocleidomastoidei, i trapezi ed i muscoli suboccipitalicefalee riflesse tra le quali le più conosciute sono quelle legate a problemi viscerali cioè in correlazione con lo stomaco, il fegato, la colecisti, l'intestino cieco, il colon e il sigma, in quanto tutti questi organi hanno come vettore anatomico il nervo vago.La profonda conoscenza delle relazioni tra le varie parti del corpo permette all'osteopata di poter individuare, con estrema precisione, la causa primaria che ha determinato la cefalea. Focalizzando il trattamento nella zona colpita dalla cefalea, attraverso l'utilizzo di tecniche manuali molto dolci ma incisive e nel pieno rispetto dell'equilibrio fisiologico delle varie strutture, l'approccio terapeutico osteopatico porta ad una graduale ma definitiva regressione del problema

lunedì 6 gennaio 2014

osteopatia e cicatrici

Osteopatia e Cicatrici

Salve a tutti oggi vi parlo delle cicatrici, perché sono sicura che nessuno sa che l'Osteopatia si occupa anche di esse.La cicatrice è un tessuto fibroso che si forma per riparare una lesione ed è dovuta alla proliferazione del derma e dell'epidermide. Oltre a lasciare un'impronta fisica sul corpo della persona, ha anche una ripercussione emotiva, in quanto impressa in essa c'è l'evento che l'ha scaturita.La cicatrice crea delle aderenze, che se non vengono trattate dal punto di vista osteopatico, possono limitare in qualche modo i movimenti dei tessuti, dei visceri e delle articolazioni. Infatti il trattamento delle cicatrici non prevede l'eliminazione della cicatrice stessa, ma fa sì che essa non diventi la causa di dolori ad altri distretti del corpo. Essa può diventare un fulcro che attira a sé tutte le tensioni, creando problematiche anche a distanza. Il trattamento è di tipo fasciale e prevede tre azioni principali: allungare la cicatrice trasversalmente, allungare la cicatrice longitudinalmente e scollare la cicatrice. Questa operazione viene fatta non solo quando la cicatrice è diventata la causa di un dolore in un'altra parte del corpo, ma anche come prevenzione per evitare che ciò accada.

sabato 4 gennaio 2014

TUNNEL CARPALE E OSTEOPATIA

Il Tunnel carpale

Il tunnel carpale è una patologia diffusa che si riscontra mediamente nel cinque per cento della popolazione. E’ una patologia dolorosa che spesso viene curata tramite intervento chirurgico ma ad oggi esistono delle valide alternative per agire gradatamente in maniera efficace e non traumatica.Innanzitutto è necessario sapere che nella grande maggioranza dei casi la sindrome del tunnel carpale può essere tenuta sotto controllo adottando la corretta postura di schiena, braccia e mani durante le molte ore che si trascorrono davanti al computer utilizzando il mouse: si tratta infatti di una neuropatia causata da compressione o irritazione del nervo mediano nella zona del polso in cui i nervi passano nel cosiddetto canale carpale.E’ importante riconoscere per tempo i sintomi del tunnel carpale in modo da poter intervenire con una terapia osteopatica o fisioterapica in modo da interrompere il processo di infiammazione e scongiurare la necessità di un intervento chirurgico, quindi è opportuno tenere sotto controllo la comparsa di sintomi come parestesie (ovvero i formicolii), scosse e torpore.In ogni caso esistono terapie di manipolazione alternative alla chirurgia, vediamo in cosa consistono.- L’allineamento frizionato è una tecnica fisioterapica che consiste in una serie di manovre articolari che vanno ad agire direttamente sulla patologia che è la causa dei disturbi: agendo nella zona del nervo mediano inducendo movimenti selettivi e applicando pressione in maniera progressiva è possibile ripristinare la situazione di allineamento propria della zona del polso, rendendo i movimenti fluidi e recuperando la funzionalità dee terminazioni nervose e degli arti. Si tratta di una tecnica che può essere effettuata direttamente in ambulatorio, ha l’indubbio vantaggio di non essere dolorosa e va eseguita a giorni alterni per un esiguo numero di sedute (indicativamente cinque) della durata di pochi minuti. Questa tecnica è molto efficace, si avverte infatti un significativo miglioramento già dopo la seconda seduta e si porta a compimento dopo, di norma, cinque sedute, inoltre non va ripetuta perchè ha effetto esattamente come lo avrebbe un intervento chirurgico.- Il trattamento osteopatico in caso di dolore alla mano ed al polso consiste in un trattamento manipolativo del tratto cervicale, che è nella maggior parte dei casi la zona responsabile della sindrome del tunnel carpale. Il trattamento può essere effettuato mediamente due volte alla settimana e può portare alla guarigione in un tempo di tre o quattro settimane.

venerdì 3 gennaio 2014

Cosa cura l'Osteopatia

Cosa cura l'Osteopatia


Il termine osteopatia, letteralmente malattia delle ossa, è un termine che può trarre in inganno perchè si può pensare che questa branca della medicina curi le osteopatie come le osteoporosi, osteosclerosi o le osteolisi. 
In realtà, nonostante l'apparente ambiguità, il termine è stato coniato dal dottor Still per indicare non tanto la cura delle alterazioni della struttura dell'osso, quanto la cura delle modificazioni della biomeccanica dell'osso, ovvero alterazioni della normale posizione, funzione, mobilità, propriocettività e microfrequenza di un segmento osseo.

Queste ultime sono responsabili di molti tipi di rachialgie meccaniche cioè dei dolori della colonna vertebrale di origine muscolare (algie muscolo-tensive da alterazioni della postura) capsulo-ligamentare (disfunzioni cinetiche vertebrali o sublussazioni o disturbi intervertebrali minori o discinesie) o riflessa (sindrome cellulo-periosto-mialgica).

Le patologie biomeccaniche delle ossa sono così la causa di sindromi fibro-mialgiche responsabili di molti tipi di dolori cervicali, dorsali e lombari, pseudosciatalgie, scoliosi antalgiche, sindrome da deficenza posturale, ma anche di altri dolori delle articolazioni, come artriti a carattere non infiammatorio, molti tipi di dolori alla spalla, alla articolazione temporo mandibolare, all'anca, al ginocchio, dolori coccigei e intercostali, formicolii agli arti, strappi e rigidità muscolare, distorsioni, talloniti, per arrivare alle cefalee muscolo-tensive ed alcuni tipi di emicranie, al serramento dei denti o bruxismo, e agli stati ansiosi e depressivi.

Il trattamento osteopatico è meno efficace quando la causa del dolore vertebrale è una patologia ortopedica come fratture, lussazioni, ernie discali, anomalie ossee congenite, o dolori riflessi alla colonna a causa di patologie renali, urogenitali, del grosso intestino, dell'anca, aneurismi dell'aorta addominale, infezioni e neoplasie.
Le manipolazioni osteopatiche, infine, non sono in grado di trattare le patologie reumatologiche cioè le malattie articolari ed ossee di origine metabolica, infiammatoria o infettiva per le quali il trattamento d'elezione è una adeguata terapia farmacologica.

La cura di tali patologie biomeccaniche delle ossa responsabili dei dolori miofasciali ai tempi di Still, avveniva attraverso manipolazioni prevalentemente di tipo strutturale e viscerale.

Negli anni ‘30, per merito di William Garner Sutherland D.O. La specialità manipolativa osteopatica ha compiuto degli enormi progressi grazie all'introduzione delle manipolazione delle ossa del cranio, con le quali si trattano sia i dolori muscolari della colonna vertebrale sia alcuni tipi di cefalee ed emicranie.

Con queste manipolazioni cranali si trattano inoltre alcune affezioni parafisiologiche e parapatologiche come turbe funzionali neurovegetative (stitichezza, gastriti, disturbi mestruali, nausea, etc), neurologiche (atonia, ipercinesia, bruxismo, etc.), psichiche (dislessia, disgrafia, agorafobia, difficoltà di concentrazione, perdita di sonno e di memoria, depressione, etc.), neuro-vascolari, cardio-circolatorie (dispnea e stanchezza), oftalmiche (astigmatismi, diplopie, nistagmi, scotomi, glaucomi, etc.), propriocettive (dismetrie, errori di apprezzamento dello schema corporeo, pseudovertigini, etc.), ORL (ronzii, ipoacusie, otiti, sinusiti, etc.).

Tali manipolazioni craniali hanno permesso di velocizzare i risultati del trattamento osteopatico riducendo notevolmente il numero delle sedute, al massimo 3 o 4, nonchè i pericoli di recidive.

Tuttavia un osteopata americano che fu tra i primi allievi di Still, il dottor Palmer, non ritenne opportuno introdurre nei suoi trattamenti le manipolazioni viscerali e craniali; fu così che decise di fondare la Chiropratica, branca dell'osteopatia che utilizza solamente la parte più obsoleta delle manipolazioni osteopatiche, cioè le manipolazioni strutturali.

L'Osteopatia è basata sulla conoscenza della fisiologia e della patologia osteopatica e si può nell'insieme considerare una scienza ed una tecnica che ha dimostrato, nel corso degli anni, la sua efficacia e a tale titolo è riconosciuta dalla O.M.S.

La tenosinovite

La tenosinovite è l’infiammazione della guaina sinoviale al cui interno scorre il tendine (non tutti i tendini ne sono provvisti). Questa guaina si presenta dunque ispessita per fenomeni degenerativi e infiammatori. A causa dell’ispessimento della guaina il tendine può non scorrere bene e quindi verificarsi il cosiddetto “dito a scatto” che interessa i tendini flessori delle dita della mano.La tenosinovite colpisce soprattutto i tendini della mano e del piede, a livello del polso, delle metacarpo falangee e del collo piede. Sintomatologia:dolore spontaneo, specie da sforzo, con conseguente limitazione o sospensione delle attività,dolore alla pressione del tendine interessato;il tendine spesso è ispessito e con una superficie irregolare (rigonfiamento);a volte può esserci anche la presenza di tumefazione sottocutanea causata dall’edema del tessuto peritendineo;nelle tenosinoviti ci può essere il cosiddetto dito a scatto,nelle tendinosi pure la sintomatologia può essere scarsa o addirittura assente. Trattamento:Nei casi più lievi riposo per due settimane e ghiaccio per 3-4 giorni per 40 min (20’-pausa-20’) 3-4 volte al giorno.Trattamento fisioterapico con: ultrasuono, ionoforesi,tecarterapia, laser, massaggio trasverso profondo (MTP cyriax), massaggio funzionale, kinesiotaping, kinesiterapia mediante trattamento con esercizi eccentrici. Riposo funzionale attivo (cyclette o nuoto) in sostituzione momentanea della propria attività sportiva, quindi riduzione del carico.Nel caso dell’arto inferiore considerare la possibilità di utilizzo di: plantari; talloniere in silicone per la tendinopatia dell’achilleo; tutori tipo chopat strap o aircast per la tendinopatia rotulea o tutori per l’epicondilite.Correzione degli eventuali fattori intrinseci o estrinseci, della flessibilità di uno o più gruppi muscolari, delle anormalità biomeccaniche e del gesto atletico.

giovedì 2 gennaio 2014

MAL DI SCHIENA E OSTEOPATIA

L'obiettivo della diagnosi osteopatica è quello di stabilire con successo le diverse cause (tra cui impianti di risalita) che inducono allo sviluppo e alla manutenzione del dolore nel paziente.Per arrivare a questa diagnosi l'osteopata continuerà a ripetere la domanda "perché"?Ecco un elenco parziale delle cause più comuni che possono sviluppare una punto di vista osteopatico sul mal di schiena:blocco della mobilità vertebraleblocco del bacino (sacro-iliaco, sinfisi pubica);attaccamento di un nervo (sciatica, femorale);disfunzione articolare dell’anca, ginocchio, caviglia/piede;disfunzioni delle curve vertebrali (iperlordosi e ipercifosi, atteggiamento scoliotico o verticalizzazione della colonna);attaccamento viscerale (spasmi del colon sigmoideo, fissazione del rene, congestione pelvica);aderenze cicatriziali (taglio cesareo, appendicectomia);comprendere lo stile di vita del paziente (lavoro, postura, alimentazione, stress...).Il vostro osteopata deciderà quale sarà per voi il miglior percorso terapeutico, basandosi sulle sue qualità palpatorie, di osservazione e diagnosi; non sottovalutando, comunque, ove necessario, il ricorso a più approfondite valutazioni tipo RMN, TAC, indirizzandovi a colleghi professionisti (Neurologi, Ortopedici etc).Il trattamento osteopatico è spesso il più efficace intervento per provare a correggere questo genere di problemi. La maggior parte delle persone pensa che il dolore alla schiena sia il risultato di un trauma.In realtà, ci sono molte malattie che si manifestano con i sintomi del mal di schiena, o problemi pelvici:dolori addominalistati di ansiaartritespondilosi cervicale o lombareproblemi dermatologicipatologie renalicondizioni reumatichetumori.Gli osteopati sono esperti nel diagnosticare problemi che possono richiedere ulteriori accertamenti o trattamenti medici. In questo caso, il trattamento osteopatico è comunque utile per far diminuire il dolore o lo stress che queste patologie comportano, includendo tecniche manuali di manipolazione e mobilizzazione articolare, muscolare e dei tessuti molli. Compito dell’osteopata non è solo quello di somministrare il trattamento, ma anche quello di dare consigli su come mantenere i risultati ottenuti, tramite, ad esempio, della ginnastica osteopatica etc. La procedura di trattamento osteopatico consta di queste tre fasi:Profilassi PosturaleRiduzione con manipolazioneMantenimento della riduzione