sabato 6 aprile 2013

L'osteopatia e lo sport

Gli osteopati sanno che la loro professione ha la massima efficacia nel riequilibrare corpi sottoposti a costrizioni estreme. L'assistenza di un osteopata viene effettuata in totale complementarietà con altri professionisti della sanità presenti in sito.

L'esperienza pratica ha dimostrato che lo sportivo cerca nell'osteopatia un sostegno sia preventivo di preparazione alla competizione sia un aiuto nel recupero dopo un trauma con conseguente riduzione delle sue capacità fisiche.

La presenza di un osteopata nell'ambito dell'assistenza sarà quindi d'aiuto allo sportivo, in collaborazione con lo staff medico, per meglio gestire, mantenere o ripristinare le sue capacità in tutte le tappe della manifestazione.

Il ruolo dell'osteopata sarà primario:

nella ricerca di eventuali squilibri che possono dare luogo a sofferenza (tendiniti, torcicollo, tensioni muscolari, disturbi organici funzionali, ansia da recupero…)
per trattare con l'aiuto di tecniche manuali adattate, per alleviare caso per caso ed aiutare l'organismo a riequilibrarsi in modo duraturo.

L'azione dell'osteopata sarà dunque curativa e/o preventiva a seconda della richiesta dello sportivo.

Il calciatore: l'osteopata offre due assi d'intervento al calciatore:

Immediato e curativo.
Gli allenamenti e le partite a cui sono sottoposti tendono a sollecitare spesso le stesse articolazioni: caviglie, ginocchia, bacino, vertebre lombari e cervicali.
Tutte queste articolazioni sono quindi, sia per sforzi sia per sforzi sia per traumi ai quali sono sottoposte, inclini a perdere la capacità e la qualità del movimento. Queste lesioni osteopatiche sono evidenziate e riarmonizzate dalla mano dell'osteopata come conseguenza, il calciatore potrà riprendere la sua attività fisica al più presto.
A lungo termine operativo.
Il calciatore a livello agonistico deve essere seguito regolarmente da un osteopata per effettuare un "controllo tecnico" dei diversi segmenti sollecitati dalla pratica sportiva. E' allora possibile intervenire prima dell'istaurarsi patologie croniche tipo: pubalgie, lombalgie o tendinite degli adduttori.
L'osteopata aiuta il calciatore a gestire nel tempo il suo capitale salute. Seguendo gli allenamenti, l'osteopata studia la qualità del gesto del calciatore ed è in grado di apprezzare se è al meglio del suo potenziale fisico.

Il ciclista: (professionista od amatoriale) può nella sua pratica (strada, cross, trial) presentare un certo numero di disturbi fisiologici e dolori. L'osteopata lavora in stretta collaborazione con lo staff tecnico (allenatore, medico, meccanico) ed interviene a due livelli:

Preparatoria: il ciclista trascorre parecchio tempo sulla sua bicicletta, in posizione seduto spesso piegato in due: necessita di ore ed ore di allenamento, le gare stesse sono molto lunghe questa posizione piegata e d'una professione che richiede enormi sacrifici affettivi lontano dalla famiglia scateneranno dei problemi di funzionalità viscerale che bisognerà saper gestire in funzione del concetto osteopatico.
Corsa giornaliera: è necessario che l'atleta abbia immediatamente disponibile il suo capitale fisico, l'osteopata avrà cura di verificare tutti gli ingranaggi della meccanica umana che saranno sollecitati da questo sforzo intenso. Dopo la corsa regolerà gli eventuali traumi che presenterà il ciclista (cadute, traumi, fatica muscolare intensa, stress).
Corsa a tappe: bisogna considerare l'elemento recupero. L'osteopata ha un ruolo essenziale con il suo approccio qualitativo sulla funzione cranio-sacrale nell'accesso al sonno. Infatti il recupero delle attitudini fisiche risiede nella qualità di sonno del corridore. Il nostro concetto di globalità del corpo ci permetterà di predisporre l'atleta ad un lungo sonno di recupero.

L'Osteopata deve dare prova di grande disponibilità per poter intervenire sui bisogni immediati e preventivi del ciclista di alto livello.

Il corridore: malgrado il peso relativamente importante, l'uomo dispone di solo due punti d'appoggio. Questo paradosso gli ha permesso di sviluppare una morfologia incredibilmente complessa per assicurare il suo equilibrio nei suoi spostamenti. Complessità ossea, nervosa, muscolare, legamentosa e circolatoria. Tutta una struttura funzionale della quale si deve capire il movimento e della quale bisognerà scoprire le perdite di mobilità. Questo è il ruolo dell'osteopata

Se la marcia è una successione di cadute mancate, che dire allora della corsa. Un calciatore durante una partita, subisce 15.000 impatti con il suolo, un giocatore di tennis 18.000, un corridore dei 1.500 metri 1.200 volte, un maratoneta da 30.000 a 35.000 volte.

L'intensità con la quale uno sportivo entra in contatto con il suolo può essere moltiplicata per 3 ed anche più rispetto alla marcia normale. Un'onda d'urto attraverserà tutti i tessuti ossei, muscolari e connettivi e si ripercuoterà a livello del piede, della caviglia, della tibia e del perone, del ginocchio, dell'anca, del bacino, della colonna lombare, dorsale e cervicale e della base del cranio. Tutto ciò potrà provocare dei disturbi e delle lesioni a diversi livelli.

In relazione a questa analisi, il compito dell'osteopata sarà di intuire qualsiasi disarronia suscettibile di provocare uno squilibrio nella funzionalità dello sportivo di alto livello. Per esempio, nella maratona di New York su 200 partecipanti francesi visti per consultazioni osteopatiche, più del 50% presentavano dolori alla schiena.

L'osteopata potrà ugualmente trattare, con tecniche specifiche, le conseguenze sugli organi (fegato, reni…) delle vibrazioni a volte nocive rappresentate dalla corsa. Infatti ad ogni falcata, si genera un'onda d'urto paragonabile ad una scossa tellurica di intensità tra 3 e 4 della scala richter con un tempo d'impatto molto breve.

L'osteopata aiuterà l'atleta prodigandosi a livello, preventivo, tra una gara e l'altra, affinché le sue capacità siano ottimizzate prima della partenza.

Il pilota:l'osteopata ha due possibilità d'intervento verso il pilota di corse.

Preparatorio: bisogna conoscere tutte le costrizioni a cui è sottoposto il pilota, costrizioni a livello delle vertebre cervicali ( 3a 4g tenuto conto del peso della testa e del casco). Ma anche a livello della muscolatura degli arti superiori e dei piedi in funzione dei numerosi cambiamenti di velocità,. Il tronco deve mantenere l'insieme permettendo alle funzioni organiche di realizzarsi (respirazione, circolazione, metabolismo), il tutto in un universo ristretto, surriscaldato, dove la concentrazione deve essere massima, per dare anticipo e riflessi istantanei. L'osteopata saprà determinare e prevenire con il suo approccio le restrizioni di mobilità articolari, viscerali e muscolari che potrebbero limitare la capacità di questo organismo sottoposto alle sollecitazioni massime sopracitate.
Durante la corsa: il ruolo dell'osteopata è molto importante, segue il pilota sin dall'uscita dello stand. Una volta reidratato, alimentato, messo a suo agio, dovrà considerare la situazione muscolare e articolare per evidenziare le tensioni inaccettabili e limitanti per la comodità del pilota e la sua concentrazione. L'abitacolo esiguo può provocare traumi a livello dei gomiti e delle ginocchia, le cui conseguenze vanno considerate per l'integrità dei tessuti. Nelle corse, l'osteopata, lavorerà per la distenzione del pilota in modo da favorirgli qualche minuto di sonno, ricostituente essenziale del potenziale energetico dell'individuo. L'osteopata aiuta il pilota a gestire il suo capitale salute durante la sollecitazione massima rappresentata della corsa. Nei rally, le costrizioni sono diverse, l'osteopata deve adattarsi alla configurazione della prova ed alle sollecitazioni imposte dal tracciato. Troverà blocchi articolari vertebrali più numerosi.

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